Spunti e appunti sull'Ateneo di Teramo dopo la visita di Sergio Mattarella

Quello che si è visto lunedì mattina a Colleparco in attesa dell'arrivo del Capo dello Stato pone al centro del dibattito cittadino il rapporto fra la comunità aprutina e l'Università degli studi di Teramo. O meglio: quanto vale oggi il capitale umano e scientifico accumulato dal 1993 ad oggi fuori e dentro le mura dell'Ateneo? Qual'è il grado di consapevolezza dei teramani circa i benefici materiali e immateriali che ne derivano in termini di immagine e di servizi avanzati? Bisognerà attendere, magari fra dieci anni, la visita di un altro Presidente della Repubblica per celebrare l'ennesimo anno accademico e poi riattraversare il fossato mai riempito fra la collina di Colleparco e Porta Melatina? Del resto le aspre vicende che portarono al diniego in consiglio comunale per la funivia insegnano. Ad ogni buon conto mi interrogavo nell'attesa dell'arrivo del Presidente Mattarella mentre sopra la volta ondulata dell'Aula Magna scorrevano nomi di gran pregio intellettuale che hanno costruito la civiltà dei Pretuzi...Jacobello Del Fiore, Zachara da Teramo, Andrea De Litio... attraverso l'ingegno e la creatività di cui spesso siamo inconsapevoli eredi.

Nel senso che ignoriamo i saperi che ci rendono liberi e forti per affrontare il futuro  e trasformare le difficoltà in opportunità. In tal senso l'Università è un fedele alleato come ha precisato il rettore...."lungi dall'essere "turris eburnea" ha rappresentato anche dopo il sisma del 2017, il luogo dove scolari, studenti e comuni cittadini hanno trovato una prima accoglienza, e nello stesso tempo il luogo che ha continuato ad ospitare tutte quelle manifestazioni ed anche attività didattiche che non potevano essere svolte in altri edifici della città per motivi di sicurezza, di idoneità e di capienza".
Non si può certo dire che da Colleparco non si gettino ponti di dialogo e cooperazione in favore del multiculturalismo per lo sviluppo dei paesi più poveri attraverso lo scambio, il confronto la contaminazione fra saperi e persone.... "che ha radici lontane e ci riconduce a un caro amico da poco scomparso", ha dichiarato con profonda commozione Dino Mastrocola citando Don Enzo Chiarini..."sempre accanto agli ultimi del mondo". Significative anche le testimonianze del Presidente del Consiglio degli studenti, Emanuela Testa, di Marina Ramal Sanchez premiata con il dottorato UniTe intitolato a Giulio Regeni e di Sergio Pipitone di Radio Frequenza, la Radio dell'Università degli studi di Teramo in cui gli studenti sono liberi di esprimere la propia voce, ricordando Antonio Megalizzi, il giovane comunicatore... "che ha perduto la vita troppo presto mentre cercava di inseguire il proprio sogno di libertà e democrazia".
Che dire della lezione di economia politica impartita dal professore Luciano D'Amico?  Una mirabile transvolata nel tempo che apre con l'incipit In nome di dio e del buon guadagno scritto nel più antico libro contabile del 1406 (Quaderno de la Fraterna Soronzo) e conclude con Adriano Olivetti e l'elevazione materiale, sociale e culturale della  sua fabbrica di Ivrea.  Interessante il monito conclusivo: " Adriano Olivetti era forse in anticipo sui tempi, a noi il compito di non essere in ritardo". Appunto!!

La ricostruzione della città può costituire la grande sfida per disegnare il suo futuro. Può dare una mano ad invertire una tendenza negativa e rassegnataria che paralizza la comunità. E' come se si rimettesse mano al Piano Regolatore Generale in cui i cittadini dialogano con gli amministratori e insieme ne condividono le prospettive di sviluppo. Con regole chiare e con il gusto di apporre la propria firma in difesa dei beni comuni. Che sono tanti.









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