Da Colonnella a Civitella tra i sogni della Valle dell'Eden

 di Marcello Maranella

Erano più di dieci anni che non tornavo a Colonnella dove ieri in tantissimi abbiamo salutato per sempre Giorgio Di Felice, medico e pediatra del paese vibratiano, da tutti stimato per la sua poliedrica personalità dai vasti interessi culturali, ambientali e sportivi. Dopo il commiato da parenti e amici invece di risalire in macchina per far ritorno a Teramo, mosso forse da un riflesso condizionato, mi sono incamminato fra le stradine del centro storico che portano sempre più in alto a scoprire due splendide balconate. A sinistra l'incantevole profilo roccioso del Gigante che dorme in una soffusa foschia, a destra, assolata  e operosa, l'estesa vallata del Tronto che tocca il mare di Martinsicuro. Al di là di qualche transenna post sisma, Colonnella conserva integralmente il suo fascino di insediamento arroccato che domina l'agro circostante in un equilibrio perfetto fra produzioni di pregio dell'industria manifatturiera e il montepulciano delle colline teramane. In una continuità storica di radicate tradizioni contadine e artigiane. Colonnella, al pari degli altri undici comuni della Vibrata, è un crocevia di imprenditività e spinte creative dove industria e cultura si attraggono evocando riti antichi. Sciveva il poeta neretese Tito Rubini a metà anni ottanta in occasione della cerimonia conclusiva alla Fortezza di Civitella del Tronto del Premio Internazionale di Poesia Val Vibrata...."l'incontro con la poesia, l'eterno linguaggio universale, il rapporto intimo con l'uomo nella riscoperta, forse, di un nuovo rinascimento".
La grande stampa italiana e straniera dava ampio risalto agli eventi. Sul Sole 24 ore la Val Vibrata era diventata la Valle dell'Eden mentre Rafael Alberti riceveva le chiavi della cittadella fortificata. Antonio Angelini ebbe la felice idea coinvolgendo i più bei nomi della cultura italiana e teramana da Matio Luzi a Giammario Sgattoni, da Rossana Ombres a Gianni Gaspari, da Renato Minore a Dario Bellezza per quelli che riesco a ricordare mentre sosto a leggere la lapide dedicata a Giordano Bruno sulla facciata dell'antica Casa Comunale di Colonnella, di fronte alla Sala Ennio Flaiano, un termpo molto attiva. Ed eccomi sopra l'imponenete scalinata che mi riporta ai tempi di Calici di Stelle in un effluvio di odori e sapori di un a terra tanto prolifica quanto contraddittoria, dunque, estremamente affascinante! Guardo l'orologio della torre nell'ora del tramonto. Mi accorgo di aver girato il grazioso borgo in lungo e in largo, instancabilmente curioso per rivivere un pò del tempo andato. Come quando, fine anni novanta, si aprivano a Palazzo Pardi, nel centro storico di Colonnella, i percorsi dell'arte contemporanea fra le grafiche, gli arazzi e i mosaici del grande artista Afro. Segni, sogni e bisogni di quella valle dell'eden che a tratti, comunque,  ritornano.










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