CORONAVIRUS: Precauzione imprescindibile dice il Professor Di Guardo su SCIENCE
«Come
già avvenuto per il morbo della mucca pazza e per altre emergenze di
sanità pubblica, il principio di precauzione è stato e continua a
essere, giustamente, il leitmotiv sulla cui scia le autorità sanitarie
cinesi (in primis) e di altri Paesi (Italia in testa) hanno adottato una
serie di misure “draconiane” finalizzate a contenere quanto più possibile la
diffusione di SARS-CoV-2, il coronavirus responsabile della COVID-19 (Coronavirus
Disease 2019). L’epidemia da SARS-CoV-2, già ufficialmente classificata un’emergenza
globale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e che la stessa
potrebbe elevare quanto prima al rango di pandemia, ha fatto sinora
registrare in Cina circa 78.000 casi e 2.500 vittime, ai quali vanno aggiunti i
circa 1.800 casi confermati di COVID-19 in oltre 30 Paesi (con 17 decessi), 150
e più dei quali in Italia (dove è stato segnalato il più alto numero di casi
accertati in Europa e dove sono stati altresì registrati 3 casi di malattia ad
esito fatale).
Un’adeguata sottolineatura del
sopra citato principio di precauzione nella complessa e articolata
gestione dell’emergenza coronavirus trova riscontro anche in una mia Lettera
all’Editore, che è stata recentemente pubblicata sulla prestigiosa Rivista Science.
Allorquando ci si confronti con emergenze di sanità pubblica caratterizzate da
evidenze scientifiche ben lungi dal ritenersi consolidate, come nella
fattispecie in esame, il ricorso al principio di precauzione, afferma Di
Guardo, costituisce un’opzione imprescindibile e la necessaria premessa, al
contempo, per l’adozione di tutta una serie di misure (financo draconiane, come
sta per l’appunto avvenendo in queste ore anche nel nostro Paese) finalizzate
ad arginare quanto più possibile l’esposizione umana e, con essa, la diffusione
dell’infezione. Alla lacunosità delle conoscenze relative al “serbatoio”
animale da cui ha avuto origine SARS-CoV-2 si sommano, infatti, rilevanti
incertezze sia sull’interazione virus-ospite sia sull’evoluzione dell’epidemia,
con particolare riferimento ai tempi in cui la stessa raggiungerà il proprio
apice. Senza contare quelli necessari, poi, all’allestimento di uno o più vaccini
sicuri ed efficaci, che potrebbero esser disponibili sul mercato non prima di
diversi mesi.
Quanto alle vaccinazioni sarebbe altresì opportuno che la cosiddetta
“immunità di gregge” nei confronti del morbillo - malattia che ogni anno
miete oltre 100.000 vittime su scala globale - si attestasse su livelli
“ottimali”. Ciò anche in considerazione del fatto che il virus del morbillo,
notoriamente capace d’indurre una condizione di “amnesia immunitaria”, potrebbe
in tal modo inficiare l’immunità protettiva nei confronti di SARS-CoV-2,
derivante sia dall’infezione naturale che dalle future vaccinazioni».
*Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria all’Università di Teramo.
Alla Lettera del professor Di
Guardo è possibile accedere attraverso il link
https://science.sciencemag.org/content/367/6478/610/tab-e-letters
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