Dal fantastico al reale Il sogno itinerante di Maria Josè

Quando nacque a Corso Porta Romana il mercato contadino del sabato fui tra i primi ad esultare senza nemmeno sapere a chi fosse venuta in mente quell'idea originale. Mi parve un gesto di grande rispetto della rinomata tadizione teramana. Quella ispirata al cibo buono pulito e giusto professata dal guru di Slow Food Carlo Petrini. E poi s'insediava in uno dei quartieri storici  più rappresentativi dell'identità aprutina. Inoltre immaginavo quella lunga strada di sanpietrini, a fianco della Chiesa di San Domenico, il luogo ideale per osservare e raccontare scene di saggio e rallentato vivere quotidiano, fatto di gesti e sorrisi altrettanto genuini. Dalle mani che frugano, tastano e certificano la freschezza dei frutti di stagione al notissimo cantiniere del quartiere che arriva con l'apetta verde tenendo alto lo scettro di fiero custode della..."vera gastronomia teramana". 

Maria Josè Moraza fu una delle prime ad occupare gli stand arancioni di Porta Romana con una varietà di formaggi dal gusto strabiliante e immediatamente apprezzati con un passaparola che arrivò anche alle mie orecchie. Sembrava una marziana fra tante conoscenze contadine provenienti dall'hinterland della città capoluogo. Di li a poco scoprii subito che lei non si era mai fermata a lungo in un luogo..." finchè non sono atterrata a Cellino Attanasio, nella ridente Vallata del Fino in provincia di Teramo, passando per la Francia, la Scozia, il Galles. E così", confidava agli amici, "un bel giorno ho incontrato Maurizio Natilii, il vero artefice della Fattoria Gioia e padre dei miei due figli". E' una bella storia la sua che vale la pena conoscere. L'intrepida e giovane spagnola era arrivata vent'anni fa in Abruzzo come volontaria nelle fattorie ecologiche attraverso l'associazione WWWOOF Italia, dopo un'esperienza maturata nella ricostruzione di campi estivi in diversi paesi europei. Oltre alla passione del fare cose concrete con le proprie mani, Maria Josè ama viaggiare per ampliare le sue conoscenze non dimenticando mai di essere nata e vissuta in adolescenza sotto dittatura
"Ho l'enorme fortuna, oggi, di fare due mestieri che mi appassionano uno più dell'altro, e vi prego, non chiedetemi di scegliere", afferma con una punta d'orgoglio MJ. "All'inizio, lavoravo due settimane al mese come interprete alla Commissione Europea, a Bruxelles, e il resto del tempo mungevo le capre e facevo l'orto a Valviano. Poi, con l'arrivo dei bambini, ho rimodulato i miei impegni professionali".
Vuoi dire che fai solo la contadina, ora? 
Mi divido sempre fra il lavoro in fattoria e l'interprete freelance  a Roma, alla FAO, dove continuo ad occuparmi di agroecologia e di agricoltura familiare nel pieno del Decennale Internazionale per l'Agricoltura Familiare, lanciata a maggio, proprio a Roma, dalle Nazioni Unite.".


E' sempre seria e veloce nel suo interloquire Maria Josè. Ma è davvero interessante notare come arrivi al cuore dei problemi mettendo in secondo piano la sua figura. Come quando elenca i risultati ottenuti con tenacia e determinazione di fronte alla neve, al terremoto, ai crolli di quel tragico  gennaio del 2017...."quando pensavamo finalmente di essere usciti da quell'incubo la neve, sciogliendosi, ha creato quasi un calanco portandosi via un pezzo di strada ...e di speranza".
E lei che fino ad allora  era stata refrattaria agli smartphone, a facebook e a you tube ha scoperto che la rete delle persone amiche, dai valori forti, creava sui social una catena umana per tirarla fuori dal fango della frana di contrada Valviano, nel comune di Cellino Attanasio, dove era rimasta isolata con i figli senza poterli accompagnare a scuola. "Rimane sempre una ferita aperta", dice MJ. Però le resta vivo il ricordo delle persone arrivate da ogni parte d'Italia per fare l'impossibile come quello di accudire le mucche dai tetti per evitare ulteriori crolli. Impareggiabile e toccante solidarietà! Morale della favola: la strada è stata ricostruita e messa in sicurezza e in tanti hanno preso atto che a Valviano la Fattoria Gioa è una realtà che da lavoro e consegna buoni prodotti in un luogo dove era stata prevista una discarica. In quella dura esperienza alla mercè di calamità naturali fu provvidenziale la visita di Carlo Petrini per invitare i produttori della zona ad rimettersi in gioco accettando l'invito del Principe Carlo d'Inghilterra a vendere i loro prodotti a Londra. Da lì  tornarono incoraggiati e coesi, dando vita successivamente al  Mercato Itinerante della Terra, in sinergia con il Borgo degli Gnomi di Simona Olivieri.
"E' stata l'unione dei contadini teramani a volere il MIT, tanto caro a Gabriele Marrangoni che lo aveva sognato prima di noi", precisa commossa MJ", " Poi siamo rimasti sotto shock per la prematura scomparsa del grande chef- musicista, nonché creatore di Borgo Spoltino, così abbiamo voluto onorarne la memoria dedicandogli il nostro mercato". Durante l'inverno 2017-2018 era iniziata la campagna di adesione al progetto con i primi firmatari, Fattoria Gioia e azienda agricola Massimo Recchiuti. Il 25 marzo 2018 la piazza di Pineto era affollatissima. Le persone arrivavano dall'Aquila, Pescara, Teramo, San Benedetto del Tronto, Mosciano Sant'Angelo, Atri ..."il sogno diventava realtà" ponendo le basi per la nascita a pieno titolo del Primo Mercato di Comunità nel Teramano. Domenica 13 ottobre, infatti, l'ho rincontrata a Teramo nella bella dimora di Lucio Ruggieri, in un ambiente accogliente e immerso nel verde a due passi dal fiume. Sono riuscito a ritagliare un piccolo spazio per intervistarla. Lei era come sempre al lavoro  insieme ad altre due colleghe e un birraio artigiano.  Praticamente circondati da affezionati clienti "itineranti" e dai soci di due condotte Slow Food..... e tutti compravano felici e contenti!








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