CIAO GIOVANNI
AltreNote m.m
Quando conobbi Giovanni Simonetti ero un giovane laureato chiamato a dirigere la prestigiosa associazione degli artigiani teramani della CNA.
Non sapevo nulla di quel mondo né immaginavo di frequentarlo per lungo tempo. Nella fitta rete organizzativa diffusa su tutto il territorio provinciale, Castelli rappresentava la culla dell'artigianato artistico e Simonetti il filo conduttore dell'associazione in quel borgo maiolicaro incastonato alle pendici del Monte Camicia dove l'arte del Gran fuoco attrae da secoli appassionati di ceramica da ogni parte del mondo. Le cose sorprendenti di Giovanni erano la tenacia imprenditoriale, la creatività di ceramista, la profonda conoscenza della materia che si fondevano nella realizzazione di un marchio di indubbia qualità. Un patrimonio di grande valore artistico e commerciale incrementato con l'ingegnosità del figlio Antonio, nel solco della migliore tradizione ceramica castellana, fino all'esclusiva produzione delle fanciulle d'Abruzzo, ideate con successo dall'artista pescarese Franco Summa. Proprio la scorsa estate ci siamo rivisti con Giovanni. Insieme a mia moglie Tina sono andato in un pomeriggio di caldo torrido nella sua fresca bottega a Castelli per acquisti vari. È stata l'occasione per scambiare quattro chiacchiere con immenso piacere e un pizzico di ironia sui bei tempi andati. Abbiamo, tra l'altro, ricordato l'efficacia innovativa dello slogan che insieme condividemmo .." la preziosita' del fatto a mano, la qualità di sempre, lo stile di oggi".
Sono queste le immagini che mi restano di un caro amico che non meritava una così tragica dipartita. Un abbraccio forte ai suoi figli Antonio e Simone e alla moglie Gabriella.
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