"E' giunto il momento di aprire le stanze dell'arte alle nuove generazioni" dice il sindaco D'Alberto presentando il libro sulla Pinacoteca

di Marcello Maranella


"Viviamo un'epoca in cui si discute di ricostruzione, di rigenerazione urbana e noi stiamo lavorando alacremente con le istituzioni ai diversi livelli per affermare quel processo di rinascita di cui la Fondazione Tercas è parte fondamentale". Un riconoscimento non di ciscostanza da parte del primo cittadino del comune di Teramo, Gianguido D'Alberto, rivolto alla Presidente della Fondazione Tiziana Di Sante seduta al suo fianco, esprimendo ad un tempo un sincero apprezzamento per l'opera svolta dall'ex Presidente  Enrica Salvatori, anticipatrice di un processo virtuoso di collaborazione fra pubblico e privato a sostegno delle migliori espressioni culturali del territorio aprutino. "Il nostro auspicio" ha aggiunto il sindaco "è di poter interloquire con il mondo scolastico nel suo complesso per stabilire un dialogo fecondo con le nuove generazioni a cui aprire le stanze della cultura e dell'arte attraverso strumenti innovativi e coinvolgenti, a partire dal volume dedicato ai contenuti artistici della nostra Pinacoteca".  


Ad ascoltarlo ieri sera in apertura dell'incontro presso la Sala Ipogea c'era una folta platea di esperti, di giovani studiosi, di osservatori attenti. Tutti accomunati dalla voglia di ascoltare gli ospiti intervenuti per la presentazione dell'opera edita da Ricerche&Redazioni con foto di Maurizio Anselmi e il contributo storico del Direttore dell'archivio di Stato di Teamo, Ottavio Di Stanislao. "Si tratta di un lavoro complesso", ha sottolinato l'assessore alla cultura Andrea Core, "che vede la luce dopo circa un ventennio dai precedenti strumenti di divulgazione e in coerenza con  le profonde trasformazioni sociali che impongono approcci e linguaggi adeguati ai gusti e alle tendenze nel mondo dell'arte e della cultura italiana. Si può dire che la Pinacoteca comunale rappresenta il centro propulsore del Polo Museale Città di Teramo in cui si miscelano, sovrappongono e stratificano patrimoni culturali e si sviluppano attività articolate. In tal senso è doveroso sottolineare il prezioso contributo espresso dal mio predecessore Luigi Ponziani sin dall'inizio del suo mandato"

Poi è stata la volta di Stefano Papetti, curatore della Pinacoteca Civica. Figura imponente dal punto di vista fisico e intellettuale, soprattutto accattivante narratore di vicende personali che lo hanno portato a Teramo e di traguardi raggiunti nella moderna concezione di fruire l'arte in senso dinamico, movimentando la vita dei musei e dei tanti luoghi di esposizione artistica. Molto interessanti i riferimenti al suo maestro Ferdinando Bologna e le esperienze maturate nella realizzazione di grandi opere come i DAT, documenti dell'Abruzzo Teramano, e le numerose edizioni del calendario della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo citando l'impegno e la creatività del compianto Nerio Rosa. Come a voler sottolineare che forse è giunto il momento di considerare la Pinacoteca Civica fra le più importanti del centro Italia, un vero e proprio "deposito" di capolavori che vanno valorizzati e veicolati sapientemente all'interno di un sistema museale interattivo più ampio. Nel senso, ha precisato lo studioso, di acquisire dimestichezza degli strumenti digitali più sofisticati in stretta sintonia, però, con il materiale cartaceo:  può essere il libro, un vademecum per orientare il visitatore o un ragionato catalogo completo di opere e di contenuti biografici che aiutino a ritrovare le tracce umane e pittoriche dell'ingente patrimonio esistente intorno a noi che spesso non ne avvertiamo l'essenza. Da questo punto di vista il curatore della Pinacoteca ha precisato "Per ogni sala è stata redatta una breve nota introduttiva alla quale fanno seguito delle succinte schede che ne illustrano le opere più significative e un focus dedicato a un aspetto curioso di natura iconografica, tecnica o biografica degli artisti rappresentati." 

                             Copertina del volume presentato: capolavoro d'arte aprutina del XV secolo, opera di Giacomo da Campli

Che è in definitiva il senso dell'intervento di Ida Quintiliani, storica dell'arte operativa all'interno del Polo Museale teramano, che ha ripercorso le tappe più significative della storia della Pinacoteca ponendo in particolare risalto le figure di artisti come Giovanni Melarangelo, Venanzo Crocetti, Amilcare Rambelli, Guido Montauti. Precursori di una intensa stagione culturale del secondo dopoguerra animata da Giammario Sgattoni ideatore del Premio Teramo, ancora oggi punto di riferimento letterario di gran pregio e del Centro di Cultura "Carlo Levi" diretto da  Pasquale Limoncelli che per decenni hanno convogliato sulla città artisti e letterati di chiara fama.

Sintetico ma molto incisivo il ragionamento di Francesco Petrucci, Direttore del Palazzo Chigi di Ariccia il quale ha definito Stefano Papetti direttore dei direttori di musei più importanti d'Italia, dunque autorevole ambasciatore dell'arte. Una premessa in omaggio alla loro lunga amicizia che gli ha consentito di scoprire la Pinacoteca Civica accreditandone un valore di importanza nazionale. A giudizio del Direttore di Palazzo Chigi sarebbe interessante indagare più a fondo la provenienza delle opere esposte e di quelle oggetto di deposito e non ancora rese fruibili. Sicuramente avremmo delle sorprese inimmaginabili. Intanto si prepara per l'indomani a fare un giro di ricognizione  accompagnato da Gioia Porrini del Polo Museale che ha ringraziato per la disponibilità dimostrata e per il buon lavoro eseguito. 


 


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