Che fare? La sinistra teramana s'interroga in ricordo di Ernino D'Agostino

A quattro anni dalla scomparsa di Ernino D'Agostino la sinistra teramana si interroga sulla propria identità politica mentre dallo schermo in sala dell'Hotel Abruzzi rimbalzano le immagini della caduta del muro di Berlino, della svolta del Partito Comunista alla Bolognina e del Partito Democratico di Renzi il rottamatore. 1989-2019 . Trent'anni di epocali cambiamenti che fanno riaffiorare nostalgiche visioni ideologiche maturate negli anni giovanili da Luigi Ponziani alla guida della federazione dei giovani comunisti il quale  conclude la sua lectio aggrappandosi al che fare di leniniana memoria. E il disagio continua nelle argomentazioni, sia pure diverse per ragioni generazionali e di collocazione politica, di Andrea Core, eletto nella lista civica del sindaco e neo assessore alla cultura al comune di Teramo e di Massimo Speca consigliere comunale e segretario del. Partito Democratico del capoluogo.
Giovanni Lolli a sua volta non nasconde difficoltà e limiti del PD come pure del passato PCI, rimasti impacciati di fronte alla scomposizione sociale ed economica prodotta dalla globalizzazione  e dalla finanziarizzazione dei mercati a cui fa eco il segretario dell CGIL di Teramo, Giovanni Timoteo. "Non saremo certo noi a poter riaggiustare le cose", ha colcluso Lolli, "sono i giovani delle sardine o i ragazzi che si riconoscono in Greta per avvertirci dei pericoli dei cambiamenti climatici a condurci verso nuovi orizzonti politici e sociali".  Molto più ragionato invece è apparso l'intervento del Sindaco Gianguido D'Alberto che pure di scelte difficili è testimone. Da quando rappresentava un investimento d'eccellenza per il futuro del Partito Democratico in provincia di Teramo alla sua definitiva uscita dalla storica sede del PCI -PDS -PD di Corso De' Michetti con la successiva formazione della lista civica Insieme Possiamo con cui ha conquistato la poltrona di Primo Cittadino. Eppure ieri non si è fatto prendere la mano dal risentimento e dalla chiusura del pensiero politico nei confronti della sfera partito, della sua funzione di regolatore di equilibri politici, del suo adeguamento ai tempi di una società in continuo mutamento.
Oggi Ernino D'Agostno, ha sottolineato con sincero trasporto emotivo Giunguido D'Alberto, costituisce un riferimento importante per tutto ciò che ha lasciato, purtroppo prematuramente, nello stile del politico rigoroso e preparato, nella sua visione lungimirante di Presidente della Provincia, nella sua grande umanità. Il discorso del Sindaco non è apparso dunque come un pistolotto di circostanza da recitare in ricordo di un caro amico di San Nicolò a Tordino. In mancanza di riferimenti politici certi e consistenti il Sindaco di Teramo ha alzato lo sguardo senza pregiudizi nei confronti del governo attuale in cui i Cinque Stelle sono a fianco del Partito Democratico per tentare di costruire un sistema paese più solidale, più moderno, più riformista. Per quanto possa sembrare sorprendente tale affermazione non va mai dimenticato che Gianguido D'Alberto e la sua maggioranza conquistarono nel giugno 2018 il Comune di Teramo in controtendenza nazionale al populismo allora imperante. Non solo gli elettori esultarono. In città si respirava un'atmosfera gioiosa che non accadeva da anni. Perciò ieri sera all'Abruzzi Hotel era come se Gianguido D'Alberto volesse ricordare, con il garbo che lo contraddistingue, che le scelte politiche più qualificanti e propulsive non possono prescindere dal contributo dei partiti e da quanti tengono realmente a cuore lo sviluppo e il benessere delle nostre comunità.

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