Con sguardo sereno e insolita leggerezza nelle parole
Silvio Cortellini ha mostrato al pubblico teramano i segni recenti della sua arte cartonata, cromaticamente vivace nel linguaggio e nei simbolismi. L'evento, patrocinato dall'atelier di architettura
Ca.Se di via Nicola Palma a Teramo, ha richiamato, come sempre, l'attenzione di estimatori e curiosi in un alternarsi di sorrisi, strette di mano e brani di
Lectus, in allegro compiacimento degli ospiti scivolanti davanti alle opere dell'artista di Fano Adriano. Cresciuto alla scuola di
Guido Montauti e tra i fermenti della corrente artistica del
Pastore bianco, Silvio Cortellini conserva integri i valori della sua origine montanara e l' indole tenacemente coerente. Gli chiedo una definizione della sua arte in età matura e lui risponde senza scomporsi minimamente...."la chiamerei evoluzione che guarda all'infinito, che non ha un senso compiuto, perfettamente in sintonia con il mio pensiero originario". Qualche tempo fa ha esposto a
New York City, nella prestigiosa
Agora Gallery di Chelsea, dal titolo evocativo
The Odyssey Within. Ha riportato un ragguardevole successo di pubblico e di critica. Più radicale invece quella degli operatori... "dovevo considerare una virata verso la pop art"..."ma cosa avrei dipinto? preferisco il lento movimento dell'anima che libera la creatività nel silenzio dei miei boschi". Mi ha risposto così Silvio Cortellini, senza titubanze. Con il pensiero rivolto agli amici che lo seguono sempre e ne apprezzano profondamente le doti umane ed artistiche.

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