Ex MANICOMIO: si chiude l'epoca della Fabbrica della Follia
Di quella che fu definita sin dalla sua origine, nel 1881, la Fabbrica della Follia rimangono oggi solo mura ingrigite su cui ancora si legge...la paura ci difende...da cosa? dal buio, dagli incubi, dalla sorte segnata? Chi può dirlo, ormai. Sembra di vagare in una ghost town. Tanto più grandi appaiono le volumetrie esterne e i cameroni vuoti di quell'imponente cinta muraria a ridosso del centro storico della città di Teramo in cui operava un sistema autonomo di attività artigianali legate alle necessità personali dei ricoverati, in aggiunta a servizi di primaria necessità manutentiva e organizzativa. Un agglomerato urbano ben strutturato per l'accoglienza e l'assistenza di individui dalle sintomatologie... instabili, stravaganti, minacciose, irritabili, allucinanti, irriverenti. Affatto compatili, si diceva allora, con il mondo esterno cosiddetto normale.
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Il Progetto della Cittadella della Cultura |
Quel luogo che tutti attraversiamo più volte al giorno, a piedi o in macchina, sotto quelle inferriate di Porta Melatina da cui un tempo non lontano provenivano grida strazianti di varia disumanità. Appena conclusi i lavori di contenimento strutturale e antisismico, tra Via Aurelio Saliceti e Via delle Recluse, il ghetto degli esclusi si trasformerà in Cittadella della Cultura all'insegna della conoscenza, della formazione di studi universitari e della modernizzazione della vita sociale ed economica del capoluogo. Almeno questa è l'aspettativa generale. Un banco di prova decisivo per il buon governo della politica e per la ritrovata collaborazione fra Ateneo e comunità aprutina.
testo e photo marcello maranella
La mia riflessione pubblicata ieri, 1° maggio, sul quotidiano "La Città" diretto da Alessandro Misson
Finalmente
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