ACQUA: qualcosa si muove alle pendici del Gran Sasso

I Comuni di Teramo e di Isola del Gran Sasso, insieme alla Provincia di Teramo, si costituiscono parte civile nel procedimento penale in corso per pericolo di inquinamento delle acque sotterranee del Gran Sasso.

L'udienza preliminare è fissata per domani 10 aprile dinanzi al GUP del Tribunale di Teramo dove le amministrazioni locali saranno rappresentate, su proposta del sindaco di Isola del Gran Sasso, Roberto Di Marco, dall'avvocato Giuseppe Gliatta del Foro di Bologna.
E' questo il succo della conferenza stampa convocata dagli enti locali interessati questa mattina a Teramo, presso l'Ipogeo, per ribadire, dopo attenta valutazione, la ferma volontà di tutelare i beni naturali del territorio, la preziosa risorsa idrica, la salute e la prosperità materiale e psicologica della collettività. Come si ricorderà l'indagine fu avviata dalla Procura della Repubblica di Teramo a margine dell'allarme inquinamento lanciato dalla ASL di Teramo l'otto maggio 2017. Una data memorabile che diede origine ad una vera e proprio psicosi di massa con l'assalto ai supermercati per l'approvvigionamento di corposi quantitativi di acqua minerale e la successiva costituzione da parte delle associazioni ambientaliste dell'Osservatorio Indipendente dell'Acqua del Gran Sasso. Su tali motivazioni è chiamato a decidere il Giudice dell'Udienza  Preliminare ..."con la formulazione della contestazione dei reati riguardanti l'aver colposamente cagionato o il non aver impedito", si legge nel comunicato diffuso alla stampa, "un permanente pericolo d'inquinamento ambientale, specificamente di deterioramento delle falde acquifere sotterranee del Gran Sasso; ciò a causa di negligenza e/o imprudenza per omesse verifiche, omessa attuazione di misure di sicurezza ed omessa vigilanza relative alle gallerie autostradali gestite dalla Strada dei Parchi S.p.A., ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto di Fisica Nucleare e alle opere acquedottistiche gestite dalla Ruzzo Reti S.p.A.".
Si tratta indubbiamente di una decisione coraggiosa e trasparente da parte dei sindaci Gianguido D'Alberto e Roberto Di Marco con il coinvolgimento del  Presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura, in difesa dell'interesse generale delle comunità teramane, per la tutela di un bene comune determinante per la tutela ambientale, peraltro in essere all'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. 
"Non si doveva arrivare a tanto", ha sottolineato sconfortato  il sindaco di Teramo a conclusione dell'incontro, "non possiamo girare la testa dall'altra parte!".


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