GENTE DI TERAMO Caterina e Serena collezionano sogni e progettano green nel loro Atelier di Architettura in via Nicola Palma

 

di Marcello Maranella


La prima cosa che incuriosisce è il nome impresso sulle vetrine: Ca.Se. Trattandosi di uno studio associato che si occupa di architettura non può che chiamarsi così, pensavo sbrigativamente ogni volta che passavo a piedi in via Nicola Palma. In quel punto proprio in fondo alla strada dove l'abitato svolta per via Getulio.

Siamo nel cuore della Teramo storica,

contrassegnata  dai resti archeologici di Piazza Sant'Anna e dalle mura infinite e possenti dell'ex Ospedale psichiatrico destinato a trasformarsi in Cittadella della Cultura. Di fronte allo studio una targa marmorea ricorda ..."in questo svarietto di terra tra le vecchie scalette e la chiesa dell'Annunziata Carlo Marconi ha vissuto e ha fatto vivere memorie e passioni vizi e virtù della sua città".
Ca.Se Atelier di Architettura è un' idea nata nel 2015 dal cuore e poi dalla testa di due persone che volevano realizzare un sogno. "Siamo Serena e Caterina, Architetto e Ingegnere e anche cugine. Dopo anni di studio e lavoro fuori città, abbiamo deciso di tornare alle origini ed aprire a Teramo il Nostro studio, un posto che ci somigliasse ed in cui potessimo mettere a frutto le nostre competenze" sottolinea con una punta d'orgoglio Serena Sorgi.
Inizia in questo modo la nostra chiacchierata sul soppalco di Ca.Se in cui mi ospitano le due professioniste. Un angolo ristretto, esclusivamente funzionale che ci tiene sospesi fra la scala a pioli e la volta ad arco di mattoni a vista da cui spuntano gangi e cerchi in metallo di antica provenienza. Intorno ai due tavoli da lavoro gli originali dipinti su cartone di Silvio Cortellini fanno il paio con i titoli accademici e le varie specializzazioni poggiati sugli scaffali, seminascosti dai volumoni del Palma sulla Storia della città e della diocesi di Teramo.
L'atmosfera è delle migliori per scattare qualche foto mentre Serena continua il suo racconto professionale...."il nostro è un laboratorio creativo in cui esperienza sul campo e studio si fondono per dare vita ad una realtà in continuo movimento. Voglio dire che ci piace esplorare un nuovo modo di interpretare la professione rivolgendoci alla pubblica amministrazione come all'iniziativa  privata". In quali campi in particolare? "restauro, ristrutturazione, progettazione di interni e arredi. 
Anche se attualmente la nostra attenzione è indirizzata ai temi della nuova costruzione, della città e del territorio". Mi avete detto che nonostante le varie proposte dell'agenzia avete capito subito che questo sarebbe stato il vostro posto. Perchè? "Siamo su strada, una via per noi magica, impregnata della cultura e delle avanguardie artistiche della città degli anni 60/70, con due vetrine che non abbiamo oscurato perchè desideriamo il contatto con l'esterno e con le persone che passano e spesso si fermano a salutarci...". Ricordo di aver partecipato casualmente ad una vostra interessante iniziativa chiamata Open.
Ti va di ricordarne il senso, Caterina? "Ci piace la multidisciplinarietà e gli stimoli non ci mancano. Da qualche anno il nostro Studio partecipa alla manifestazione nazionale chiamata "Open! Gli Architetti aprono i loro studi al pubblico". Sono belle occasioni per far avvicinare le persone al nostro mestiere e per organizzare eventi di cultura che ci rappresentano". A Teramo come è andata?  "Molto bene. Nel 2018 abbiamo ospitato due mostre: una di frammenti di antichi tappeti che montati su tela diventano stupendi elementi di arredo nelle Ca.Se contempranee. L'altra, molto emozionante per noi e i visitatori, dal titolo "Calpesta la guerra", riguardava i tappeti tessuti da donne e bambini afgani con simboli di conflitto e sofferenza, organizzata dalla Onlus Cooperation. L'obiettivo era raccogliere fondi per realizzare in Afganistan programmi di formazione professionale. 
Nel 2019, invece, ci siamo ispirate alla  pittura e alla letteratura con una mostra di quadri del nostro amico artista di Fano Adriano, Silvio Cortellini, affiancata da una stimolante sessione di LECTUS in cui letture e contaminazioni sono state per tutti i presenti un'occasione di riflessione sulla nostra città. Sono venuti anche studenti del Liceo Artistico di Teramo, sezione architettura, che hanno interagito con lo studio regalandoci un bel momento di confronto e di eventuali collaborazioni future, covid permettendo". 

A proposito di riflessioni: vi rendete conto dell'onere che avete assunto nel progettare, realizzare, arredare un Parco Urbano in una città come Teramo circondata da due fiumi? Diciamo che tante volte, al di là di questo progetto, noi ci buttiamo con entusiasmo e, se vuoi, anche con incoscienza. Tante volte è capitato quando abbiamo chiuso un cantiere....parlo dell'Istituto Zooprofilattico, del Castello della Monica e altre cose importanti. Come sempre, alla fine, mi sono girata indietro incredula per il risultato raggiunto. Sono convinta che l'incoscienza sia il mezzo per acquisire la capacità di visione da cui trasformare il sogno in realtà. Soprattutto per crescere professionalmente, magari correggendo errori che si possono commettere in corso d'opera. Finora, per fottuna, pare che tutto proceda per il verso giusto.

Per quanto riguarda il Parco Urbano, puo' sembrare paradossale quello che sto per dire, ma della sua importanza ce ne siamo rese conto quando abbiamo presentato il progetto alla città nel Parco della Scienza". Da cosa derivava il vostro interessamento, avete partecipato a qualche bando? "No. Abbiamo semplicemente accolto la proposta dell'amministrazione comunale di elaborare uno studio di fattibilità di piccola portata sul lungo fiume. Vorrei precisare che si trattava di una ricerca generica sui contenuti del Parco fluviale. Quindi un piccolo studio di fattibilità su cui abbiamo realizzato la prima bozza tenendo conto degli spazi in essere attualmente fruibili e degli spunti emersi attraverso il format -IdeaTe- sui desiderata della comunità raccolti dall'amministrazione comunale. Sono coinvolti altri tecnici insieme a voi? Oltre me e Caterina sono impegnati l'architetto paesaggista Lorenza Di Marco e Benedetta Di Giacobbe, una delle nostre collaboratrici". Da questa progettazione condivisa è venuta fuori una grande planimetria che evidenziava un "anello verde" della città da impreziosire ulteriormente con tutti gli annessi e connessi legati all'esperienza vissuta fino ad oggi dalla cittadinanza. Qual'è stata la risposta del Comune di Teramo? "Si è trattato di un approccio piuttosto esaustivo che ha incontrato il consenso pieno dell'amministrazione che proprio in questi giorni ne raccoglie i frutti con l'assegnazione del secondo premio a livello nazionale dei progetti in corso sulla cosiddetta "mobilità dolce". Una bella visibilità che pone la città di Teramo in confronto con altri territori italiani improntati al green, al sotenibile in tutti i sensi".  

Il vostro Progetto di Fattibilità si chiama “Valorizzazione del Parco Pubblico denominato Parco Natura della Città di Teramo”. Ci riuscite a fornire una sintesi di facile comprensione per i nostri lettori?
"Non è semplice vista la mole di carte e di dettagli tecnici di cui si compone lo studio suddetto. Sostanzialmente occorre inserirlo nei filoni culturali di  questo momento storico in cui il dibattito sulle Green Cities si svolge a livello mondiale. L'urbanizzazione e il cambiamento climatico richiedono nuove soluzioni per mantenere e migliorare la qualità della vita nelle città e le amministrazioni puntano su progetti, urbanistici ed architettonici, che mirano a riportare il verde all’interno delle aree urbane. La città di Teramo vive per sua conformazione quello che altrove invece ha bisogno di essere ricreato dopo anni di
urbanizzazione incontrollata.
 

A quanto ammonta il piano economico del progetto per la sua realizzazione Caterina, e da dove si comincia? Intanto 8.500.000,00 euro è la previsione di massima. E' chiaro che si procederà per lotti funzionali in base alle risorse disponibili che l'amministrazione comunale saprà intercettare. Come si ricorderà il sindaco D'Alberto ha annunciato in una recente conferenza stampa un primo intervento da 600.000,00  euro che ci ha consentito di presentare il definitivo di un primo lotto per realizzare casetta e sistemazione dell'area Ponte a Catena, oltre al recupero casetta di  via vecchio mattatoio, la sistemazione degli ingressi di via Vecchia e via Cona. Ora si resta in attesa delle autorizzazioni per poi procedere all'esecutivo e alla cantierizzazione.  

Siamo in conclusione, signore: come riuscite a conciliare lavoro e famiglie?....come detto all'inizio siamo cugine e spesso condividiamo allo stesso modo estenuanti riunioni e chilometrici pranzi di famiglia o lunghe sessioni di gioco con i nostri bambini. La regola è che non si parla mai di lavoro...o quasi mai! Essere professionista donna oggi è più complicato rispetto ai vostri colleghi uomini? Di solito ci piace affrontare questo tema senza differenze di genere, precisa Serena. Sicuramente non è facile ma al tempo stesso pensiamo che il gap che incontriamo all'inizio, con i clienti e magari nei cantieri, riusciamo a ribaltarlo a nostro favore perchè come diceva Gae Aulenti: "L'architettura è un mestiere di uomini ma ho sempre fatto finta di nulla".                                       interviste e immagini a cura di  ma.ma

                               Ca.Se&studi

SERENA SORGI ARCHITETTO

Nata a Teramo nel 1978, si laurea in Architettura presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 2006 con una tesi in Tecnologia del recupero edilizio dal titolo “Recupero dell’isolato di
via S. Nicola nel Borgo di Castelbasso (TE)”; precedentemente, nell’ Aprile 2003, si era già laureata presso lo stesso Istituto in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali, con una tesi in Restauro dell’Architettura dal titolo “Vecchi edifici e nuove funzioni: il caso di Palazzo Melatino a Teramo”. Abilitata alla professione di Conservatore dei Beni Architettonici nel 2003 ed a quella di Architetto nel 2006, è iscritta all’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di
Teramo al n. 651 dal 2006.
Dopo la laurea in Conservazione e durante gli studi di Architettura collabora principalmente con l’Architetto Gabriella Colucci a Roma e lo studio EBarchitettura a Venezia, con un’esperienza presso lo Studio Boeri a Milano.

CATERINA CORDONI INGEGNERE

Nata a Teramo nel 1985, si laurea in Ingegneria Edile presso l’Università Politecnica delle Marche nel 2012 con una tesi in Tecnologie dei materiali per il restauro dal titolo “Nanotecnologie per i beni culturali. L’effetto autopulente ed anti-inquinante di nanoparticelle di biossido di titanio su superfici in travertino”; precedentemente, nel luglio 2009, si era già laureata presso lo stesso Istituto in Ingegneria delle Costruzioni Edili e del Recupero (laurea triennale), con una tesi dal titolo “L’utilizzo di moisture buffering materials per la salvaguardia del patrimonio storico architettonico. Prime analisi conoscitive”. Abilitata alla professione di Ingegnere nel 2012, è iscritta all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Teramo al n. 1436 dal 2013. Dopo la laurea svolge la Libera Professione a Teramo, collaborando principalmente con il gruppo SDCSTUDIO ArchitetturaIngegneria. Dal settembre 2014 al settembre 2015 è titolare di una Borsa di studio presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dal titolo “Analisi ed ottimizzazione degli impianti elettrici, di ventilazione e di condizionamento dei LNGS ai fini del risparmio energetico”.

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