CRY MACHO una storia dell'America fra Texas e confine messicano attraversata da buoni sentimenti e malvagie avversità come il grande Clint Eastwood sa raccontare

 

Non vado mai al cinema nelle rappresentazioni pomeridiane ma quando ho visto la locandina di Cry Macho ho fatto un'eccezione in omaggio ad uno dei grandi interpreti e registi del cinema mondiale che ho sempre amato: Clint Eastwood. Non vedevo l'ora di infilarmi nella multisala Smeraldo, non affollata a quell'ora, per ritrovare la magia dei suoi personaggi che prorompono sullo schermo impregnati nell'animo di vizi e virtù in quell'America vasta e contraddittoria che non smette mai di colpire la nostra immaginazione. Che in Cry Macho, però, è stata un pò disturbata dalla voce prestata al personaggio interpretato da Clint Eastwood: afona e incerta nella trama del film, come se stesse per stuccarsi a momenti. In stridente contrasto, mi è parso, dentro quelle sequenze di "brav'uomo",  come lo definisce romanticamente la locandiera messicana, il quale, all'improvviso, reagisce di fronte alle malvagie avversità sferrando un pugno secco sul volto di chi vuole impedirgli di compiere la delicata missione che gli è stata affidata. Che in sostanza si tratta di varcare il confine per mettersi alla ricerca di un ragazzo diviso tra i due genitori che vive la propria adolescenza in ambienti borderline con il suo gallo da combattimento che da, appunto, il nome al film. Speriamo non sia questa l'ultima fatica cinematografica del grande attore, regista e produttore che tuttavia ha passato il traguardo dei novant'anni. E' come se in Cry Macho egli abbia voluto regalarci un compendio della sua densa filmografia fatta di lunghi silenzi in solitarie traversate e velati avvertimenti: sempre alla ricerca di una via d'uscita affichè il bene trionfi sul male. Si potrebbe definire un sottile raccontatore di storie dell'umana esistenza americana fatte di cowboys, poliziotti, marines, fotoreporter  e cronisti. Ma anche  di musicisti finemente rappresentativi del grande jazz che lo appassionò negli anni quaranta in una New York ospitale e creativa con artisti del calibro come Miles Davis, Charlie Parker, Thelonius Monk. Alcuni suoi biografi sostengono che fosse anche un bravo pianista autodidatta e un valente chitarrista destinato più ad una carriera di musicista. E invece il vero talento di Clint Eastwood si è manifestato con il cinema ispirato all'altra espressione artistica con Bird, Honkytonk Man, Brivido nella notte con inquadrature ben selezionate di artisti e pubblico al Monterey Jazz Festival in cui si scorge Joe Zawinul, l'anima creativa dei Weater Report. Anche in Cry Macho la musica è componente essenziale della narrazione del film con un finale dolcissimo e inaspettato. Il vecchio cowboy Micheal "Mike" Milo, nel riconsegnare il ragazzo al padre in attesa al di là del confine, gira i tacchi dei consumati stivaletti di ex campione di rodeo e addestratore di cavalli e ritorna indietro ad abbracciare la "sua" donna, esibendosi con leggerezza senile in un ballo appassionato ripensando il proprio futuro. E, se vogliamo dirla tutta, è un metaforico ritorno a casa all'incontrario della bella e struggente storia d'amore che Clint ci ha narrato con maestria nel film "I ponti di Madison County"......


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