"Diario di una mamma giornalista". Presentato ieri sera il libro di Veronica Marcattilli con lusinghiera accoglienza di pubblico e di critica

 di Marcello Maranella



L'ho letto ieri sera davanti al camino il libro di Veronica Marcattili dal titolo inequivocabile "Diario di una mamma giornalista" (Iampieri edizioni) e ho tirato fino alla fine, in attesa che si spegnesse l'ultimo tronchetto di legna prima di andare a letto senza la preoccupazione che si riaccendesse. Voglio dire che si legge tutto d'un fiato quel diario di una mamma giornalista che lancia messaggi importanti rivelando ad un tempo forza di carattere nell'affrontare i rischi del mestiere e scelte di vita affettiva davvero sorprendenti. Che non avrei mai immaginato incrociandola in redazione negli anni in cui scrivevo su "La Città" diretta da Alessandro Misson. Appariva di sfuggita salutando con modi educati e il sorriso in volto prima di isolarsi nel suo mondo complicato della giudiziaria e stare sul pezzo senza soluzione di continuità.

A me è sempre piaciuto quel rigore richiesto dalla fretta per confezionare il giornale quotidiano. Nel senso che ne valutavo il piacere e l'ansia che avvolgono i colleghi della carta stampata fino all'ultimo minuto utile per saper raccontare storie complicate di varia umanità. E' toccato anche a Veronica senza tuttavia perdere di vista altri importanti impegni nell'essere madre di due splendidi bambini e moglie di un giornalista altrettanto innamorato della sua professione. E qui il racconto di Veronica si fa intenso e intriso di una felicità piena in cui entra in scena il marsupio che le consente di lavorare senza staccarsi da Alice che deve nutrisri di latte ma anche del contatto fisico con la madre in un groviglio emozionale di cui  Veronica riesce benissimo a rappresentarne l'essenza e la prospettiva futura. Senza sbavature retoricamente lamentose. E' stato così anche quando è entrata nella precarietà del lavoro.Veronica ha reagito con coraggio vestendo i panni della rappresentante sindacale di categoria per difendere i diritti suoi e dei colleghi fino a quando è stato possibile. Alla fine, senza clamore, ha preso altre strade che le consentono di rimanere nell'ambiente della comunicazione e della scrittura che, devo dire, le riesce bene per essere questa la sua prima uscita editoriale!
Del resto, ieri sera alla presentazione nella Sala Polifunzionale, non sono mancati giudizi lusinghieri da parte di Simone Gambacorta che ne ha curato la prefazione e di Stefano Pallota Presidente dell'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo.
E' stato però Gianni Gaspari che ne ha lodato la tempra, la sensibilità e la passione con cui Veronica ha saputo conciliare i due momenti di madre e di giornalista con tutti i problemi legati al ruolo femminile nel mondo del lavoro. In tal senso non è stata casuale la presenza di Natascia Innamorati in qualità di segretario della Fiom-CGIL di Teramo. Così come  quella di Tana Bonnici Castelli, chiamata a condurre l'evento nella duplice veste di giornalista e Presidente della Commissione provinciale Pari Opportunità, deliziando il numeroso pubblico presente con letture di brani scelti dal libro di Veronica Marcattili, a cui rinnovo i più sinceri auguri di buon lavoro.



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