Studenti e cittadini insieme a Italia Nostra per le "Giornate europee del patrimonio culturale teramano": dall'Orto Botanico Agrario alla Villa Comunale di oggi

di Marcello Maranella
 

Interessante incontro con i cittadini sabato mattina presso la Villa Comunale di Teramo promosso dalla sezione di Italia Nostra nell'ambito delle Giornate Europee per il patrimonio culturale. Tema dell'iniziativa "Dall'Orto botanico agrario alla Villa Comunale" , una sorta di percorso all'indietro nella storia di Teramo di un importante bene culturale, efficacemente illustrato dall'Architetto teramano Luca Falconi Di Franceso di cui riportiamo di seguito alcuni stralci molto significativi.


Ad aprire l'incontro è stata la Presidente di Italia Nostra Paola Di Felice dinanzi a cittadini, studenti e docenti del liceo scientifico di Teramo richiamandosi alle origini preistoriche della città e allo stato dei luoghi su cui sorgeva l'Orto botanico poi trasformatosi in Giardino pubblico. Oltre alla Presidente sono intervenuti: Gualberto Mancini, Paola Di Pietro e Mario Rossi membri del Consiglio Direttivo della sezione di Teramo di Italia Nostra. A conclusione della bella lezione storico - naturalistica all'aperto è rimersa la necessità di rendere il Giardino pubblico sempre più attraente non solo dal punto di vista manutentivo. 

E' stato proprio l'Architetto Falconi a ricordare che nel suo progetto di riqualificazione realizzato per il comune di Teramo nel 2016 era previsto, ma ha funzionato solo per un certo periodo di tempo, l'impianto wi-fi collegato ai quattro lampioni su cui oggi si potrebbero installare quattro telecamere, offrendo nel contempo ai visitatori connessione in rete e sicurezza ambientale. Molto interessante, inoltre, l'idea progettuale avanzata dal Colonnello dei Carabinieri Forestali di Teramo, Gualberto Mancini, di individuare nel vivaio dell'ex Corpo Forestale, sul lungofiume Vezzola, il sito ideale per impiantare un orto botanico aperto a cittadini e studiosi ma anche divenire possibile centro di produzione di piante e fiori destinati alla cura del verde urbano nei vari punti della città capoluogo. 


"La Villa  ha avuto un ruolo significativo nel disegno della città; conserva, in parte,  la memoria del precedente, ricchissimo, impianto arboreo formatosi quando i luoghi erano orto botanico".

L'architetto L.F. Di Francesco

Dalle ricerche, in Archivio di Stato di Teramo e presso la Biblioteca provinciale M. Defico, a giudizio dell'Architetto Falconi, sono emersi materiali molto interessanti che disegnano una immagine della Villa carica di forme e memorie che ancora resistono nonostante le  trasformazioni e le riduzioni.

Nel passaggio da orto botanico a parco urbano i luoghi sono profondamente trasformati

Nel disegno sottostante si sovrappone l’impianto dell’orto botanico con quello del parco urbano.

La Villa comunale è un luogo speciale per i teramani di tutte le generazioni. Sicuramente lo è stato per quelli delle passate:  forse l’unico luogo per poter passeggiare in libertà, tra pensieri e sentimenti –  dove luci ed odori della città mutano filtrati dagli alberi e dalla presenza dell’acqua.

Nel 1915, il Comune di Teramo decise di procedere alla realizzazione della “serra dei fiori” all’interno del perimetro della Villa. Per contenere le spese si deliberò di costruire usando materiali, di proprietà comunale, che da tempo giacevano in deposito. Blocchi erratici romani per il basamento e due modanature classiche con ovoli furono incastonate nella muratura esterna. Per il recinto metallico si recuperò la bella balaustra della fontana delle Grasselle, conservata dopo la demolizione (1900 circa). Con questi elementi si realizzò la serra dei fiori. La serra fu poi, parzialmente, demolita in occasione della costruzione della scuola elementare adiacente .

*Le cartografie storiche qui visibili, oggetto di rielaborazioni grafiche, provengono dall’Archivio di Stato di Teramo (Archivio storico Comune Teramo); le immagini fotografiche storiche sono conservate negli archivi della Biblioteca provinciale M. Delfico di Teramo*

Nel rispetto della storicità dei luoghi nel  progetto convivono volontà filologiche e scelte tecnologiche non invasive. Oltre al restauro delle vecchie murature è stato potenziato l’anello d’irrigazione e installati alcuni lampioni. La Villa comunale chiude al tramonto,  ovviamente i lampioni inseriti non sono per illuminare il parco, ma per segnare una rassicurante presenza. La Villa comunale è ora dotata anche di Wi-Fi.

Dallo studio delle  immagini storiche si percepisce il parco urbano come opera continua del fare sapiente dei giardinieri comunali: ad esempio il prato e la strada erano contigui senza elementi di separazione – ed allo stesso modo si è proceduto oggi con l’opera di riqualificazione. Anche i tronchi delle potature erano utilizzati per realizzare elementi tecnici  in modo “naturalistico”:  nel fotomontaggio sottostante il ponticello in legno con il vecchio parapetto.

 

Il “recinto” è elemento essenziale del parco urbano ottocentesco.



 


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