Sistema scolastico in affanno e carenza del personale docente: per il sindaco di Teramo sono problemi da non sottovalutare

 di Marcello Maranella

Si rincorrono, minuto dopo mnuto, notizie sempre più allarmanti sull'aumento dei contagi e sulle misure assunte dal Governo con continui dpcm a cui si aggiungono radicali decisioni a livello regionale. Tutti in affanno, dunque, per tentare di arginare la marea montante di tamponi, asintomatici, quarantene, decessi che stanno mettendo a rischio l'efficenza delle strutture sanitarie e la tenuta sociale ed economica del Paese. 

In mezzo ci sono i sindaci i quali, a loro volta, sono fortemente esposti nel far rispettare i protocolli e attenuare al tempo stesso il malessere delle comunità che amministrano. Uno stato d'animo rivelato con estrema  chiarezza questa mattina dal sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto, nel consueto incontro con gli organi d'informazione. Due le preoccupazioni sulla situazione nelle scuole evindenziate dal primo cittadino in ordine al ritardo con cui vengono effettuati i tamponi ai sospetti covid e alla carenza del personale docente, molti dei quali in attesa di tracciamento dei tamponi costretti a restare in una sorta di limbo. 

"La forza docente è imprescindibile. Il ruolo dei nostri insegnanti è fondamentale - ha sottolineato D'Alberto - per scongiurare che il sistema scolastico si indebolisca al punto da mettere a repentaglio la continuità scolastica". Occorre una unità d'intenti fra Regione Abruzzo, Asl e  uffici scolastici al fine di condividere la messa a punto di tutti i procolli per dare risposte positive agli alunni delle scuole primarie. Altrettanto deciso è stato l'atteggiamento del sindaco di Teramo in relazione alla volontà del governatore  Marco Marsilio di estendere la didattica a distanza al 100%, contrariamente alla prescrizione del nuovo dpcm del governo  che prevede invece il 75%. 

"La questione è molto più complessa - ha spiegato Giamguido D'Alberto - quindi siamo costretti a dire no ad una resa a prescindere. La didattica a distanza non può essere la forma ottimale per l'insegnamento. Se almeno si garantisse il 25 %  di insegnamento in presenza la situazione potrebbe avere risvolti più comprensibili all'interno di una attenta programmazione, prevedendo il potenziamento dei trasporti con risorse necessarie e la definizione dei turni per lo svolgimento delle attività scolastiche"  

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