Orgoglio teramano nel Nobel per la pace assegnato quest'anno al World Food Programme. L'esperienza in Congo di Azzurra Chiarini

di Marcello Maranella 

 

Viviamo tempi contingentati a causa della recruscedenza del coronavirus che delimitano sempre più il nostro agire quotidiano, dominato dal pericolo costante  di contagiare o venire contagiati. Non è certamente un buon momento quello che stiamo attraversando ma è pur vero che in altri mondi lontani altre comunità vivono in condizioni ancor più drammatiche a cui dovremmo rivolgere più attenzione e solidarietà. Se non altro per scaricare tensioni e guardare positivamente al futuro.  Acquista perciò enorme significato la notizia che in tempi di pandemia il Comitato per il Nobel abbia assegnato l'ambito Premio al Programma alimentare mondiale (Pam), l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dell'assistenza alimentare. "Zero fame e pace vanno di pari passo" è il motto del World Food Programme che assiste una media di 100 milioni di persone in 78 paesi del mondo.. "Nel 2019, 135 milioni di persone soffrivano di fame acuta, i numero più alto da molti anni a questa parte", ha detto la presidente norvegese del Comitato per il Nobel, Berit Reiss-Andersen,  "la maggior parte dell'aumento è stata causata dalla guerra e dai conflitti armati".

Anche nel continente africano la situazione non è delle migliori. Azzurra Chiarini è una giovane teramana che presta da tempo la propria opera di competenza ed esperienza a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del  Congo, in capo all' Head of Resilience presso World Food Programme a cui, come detto, è stato conferito il Premio Nobel 2020. Non v'è dubbio quindi che una parte rilevante del riconoscimento risiede nel lavoro di tanti giovani di diverse nazionalità che come Azzura sono al fianco di popolazioni afflitte da guerre e fame, continuamente  bisognose di cure e risultati efficaci. Onore al merito dunque e alla sensibilità della nostra conterranea, figlia di Piero Chiarini, l'infaticabile Presidente dell'Associazione culturale Teramo Nostra e nipote del compianto don Enzo Chiarini, sempre dalla parte dei più bisognosi in missione per gran parte della sua esistenza in Burundi.


 


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