La seducente scommessa di "Abruzzo dal vivo"
di Marcello Maranella
Nonostante le scettiche previsioni che circolavano all' inizio dell'estate, dopo la fine del lockdown, è piacevole rilevare che la stagione che sta per chiudersi alle nostre spalle ha mostrato una vivacità di relazioni sociali e culturali davvero inusitata. Fatte salve, naturalmente, le misure di sicurezza anti covid. Alla pandemia, lenta nel suo superamento, si è contapposta l'immagine animata nei borghi e nelle città rigenerati dai raggi del sole di questa lunga estate calda che, innegabilmente, ha favorito la mobilità lenta e sostenibile dalla costa adriatica alle pendici del Gran Sasso e della Maiella, stimolando in ognuno di noi curiosità ed emozioni intense. Una sorta di fil rouge che lega arti e culture pregevolmente assemblate dalla Fondazione Malvina -Menegaz fra le antiche mura di Castelbasso con i riflessi internazionali del John Fante Festival di Torricella Peligna, sapientemente condotto da Giovanna Di Lello. Che nel capoluogo aprutino riscopre la Cracking Art in "Teramo Natura Indomita" in cui la vita del centro città si sposta nel Parco Fluviale del Tordino e del Vezzola in una variopinta mescolanza di suoni e sorrisi ritrovati. Che a Fano Adriano esperti custodi di biodiversità auspicano un Rtorno alla Natura Vera ispirata alla convivenza fra popolazioni e fauna selvatica.
E' l'orgoglio dell'Abruzzo forte e gentile che riemerge e si tramuta nell'Abruzzo dal vivo. Per marcare questo tempo in cui il territorio, martellato e svilito da terremoti e devastanti calamità naturali, torna ad interrogarsi sul proprio futuro con il linguaggio della musica sulle note magiche di Stefano Bollani che ammalia una moltitudine di anime sognanti sulla riva del lago di Campotosto. E così l'Ente regione coglie finalmente il senso della multiforme bellezza abruzzese in una sintesi creativa di rara efficacia. Frutto di una stretta condivisione di ansie e speranze con i sindaci dei 23 comuni del cratere sismico dislocati fra L'Aquila e Teramo per non vanificare il sogno della ricostruzione e della rinascita. Tra i vari resoconti intorno all'evento lacustre si eleva la narrazione di Alessandra Angelucci sull'Huffington Post, dal titolo "Un alieno sul lago". Più che cronista lei si fa portavoce soave dell'animo abruzzese. Interprete raffinata di quell'incantevole essenza di natura e cultura meritevole di attenzione sulla scena italiana. Sarà la volta buona per un cambio di passo? Saremo finalmente capaci di portare a spasso il visitatore curioso o il turista per caso nella storia e nella grande bellezza della Regione Verde d'Europa?
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