Un restauro esemplare anche per l'anfiteatro di Teramo?

A pochi giorni dalla presentazione del progetto di recupero del Teatro Romano di Teramo leggo un'interessante segnalazione sull'ultimo numero del Bollettino di Italia Nostra a firma del Presidente della sezione di Perugia, Luigi Fressoia sul Castello di Postigliano e sul suo riuso moderno, funzionale e produttivo. Ma non è solo la condizione di Postigliano ad essere presa in considerazione. Si stima che in Italia oltre 6000 borghi risultano abbandonati e a forte degrado ambientale. Eppure, sottolinea Fressoia, ..." si tratta di un'incredibile risorsa nascosta ma potenziale, capace, una volta trovata la strada giusta, di raddoppiare l'offerta culturale, turistica e socioeconomica del Paese. In tal senso vorrei presentare il caso, per me assolutamente virtuoso ed esemplare del castello di Postigliano, piccolo borgo nel comune di Sellano, provincia di Perugia, zona Val Nerina. Un'esperienza che potrebbe essere a modello nei suoi aspetti essenziali: corretto restauro, capacità antisismica, meccanismo economico, aspetto sociale".
Negli anni '70 quella tipologia di case-torri, quindi con abitazioni diverse nei vari livelli raggiunti da giochi di scale esterne e interni, attirò l'attenzione dell'architetto e fotografo statunitense Norman Carver che nel suo libro "Italian Hiltowns" (1979) lo pose in copertina definendolo archetipo dei siti d'altura italiani (pubblicazione appena rieditata in italiano).  I decenni di abbandono e l'inclemenza del terremoto del 1997comportarono la perdita di tutti gli orizzontamenti in legno (solai e tetti) e il furto di numerosi pezzi di pietra pregiati, conci d'archi, stipiti e addirittura interi portali. Tuttavia dal 1992, continua l'autore della segnalazione, "le case del paese sono state via via acquistate tutte da un solo proprietario, l'architetto Gennaro Matacena, coadiuvato dall'architetto Matteo Scaramella, con l'intenzione di recuperare alla vita l'intero borgo. Dal 2007 al 2013, sotto la supervisione della Soprintendenza, sono proceduti i lavori di restauro che hanno confermato la partizione originaria in sessanta unità abitative; i pochi volumi crollati sono stati ricostruiti con le pietre cadute e l'aspetto originario del borgo risulta del tutto rispettato".
Una delle ipotesi di recupero del Teatro Romano di Teramo
..."Ora alcune delle case sono state luogo di mostre permanenti o temporanee, caffetteria, reception, ristorante, negozio di prodotti del luogo ed enoteca. C'è da maggio a ottobre offerta costante di attività culturali, tra concerti, presentazioni di libri, concerti ed eventi"  
I due palazzi fatiscenti sopra i ruderi del teatro
 Tuttavia se il recupero del castello di Postigliano riuscirà nella propria sostenibilità economica, avremo allora un modello effettivamente proponibile anche per gli altri seimila borghi abbandonati, potendo andare ad attivare l'ampia categoria di investitori italiani e stranieri. E' infatti improponibile che il recupero di questo immenso patrimonio diffuso in tutta la nazione possa avvenire solo per mano pubblica".  Il piccolo borgo dal 2013 è dunque tornato a vivere con una forte capacità attrattiva grazie soprattutto alla cospicua programmazione culturale. Al l momento vi lavorano 17 addetti alcuni dei quali vi abitano con le famiglie. Dopo oltre sessant'anni sono venuti alla luce due nuovi bambini.
"Quando ho scoperto la storia di Postigliano, appena nell'agosto 2017", conclude Fressoia, "ho pensato a Italia Nostra e alla necessità di rilanciare con forza il tema del giusto restauro e conservazione dei centri storici . Così nei consigli nazionali a cavallo tra il 2017 e il 2018, l'allora presidente Rutigliano mi ha invitato a esporre il caso di Postigliano e l' idea di istituire un premio nazionale per dare un riconoscimento, ogni anno, al migliore intervento di recupero e restauro dei borghi abbandonati d'Italia, previa un'opportuna rete di segnalazione tramite le sezioni di Italia Nostra, Le Università, le Soprintendenze, gli uffici competenti delle Regioni, l'Ancsa, l'Inu e quant'altro. sarà ora compito del prossimo Consiglio Nazionale di Italia Nostra".
Non si finisce mai di apprendere per mettere a frutto nel proprio operato  le buone pratiche amministrative e i risultati socioeconomici già conseguiti da altri intorno a noi. 



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