MARINA RAMAL-SANCHEZ VINCE LA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO REGENI
Marina Ramal-Sanchez di nazionalità spagnola è
la vincitrice del primo UniTe PhD Award Giulio Regeni istituito dall’Università di Teramo in memoria di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano dell’Università di Cambridge, torturato e ucciso al Cairo il 25 gennaio 2016.
Il riconoscimento, riservato quest’anno al più
meritevole dottorando del corso in
Biotecnologie molecolari e cellulari, ha lo scopo di «
promuovere la dimensione internazionale della comunità scientifica e le libertà
della ricerca come imprescindibili valori di crescita sociale».
Marina
Ramal-Sanchez,
26 anni, dottoranda del Marie Curie PhD,
ha ottenuto il riconoscimento «per la migliore comunicazione nell’Annual
meeting del Corso di dottorato in Cellular
and Molecular Biotechnologies e per l’eccellente carriera universitaria
valutata sulla qualificata produttività scientifica, l’intensa attività di
disseminazione dei risultati scientifici raggiunti durante i tre anni di corso
svolti presso l’università di Teramo in collaborazione con l’INRA di Tour e
l’Università di Murcia».
A consegnare l’UniTe PhD Award Giulio Regeni è stato oggi pomeriggio il
rettore Dino Mastrocola ‒ alla presenza del presidente italiano di Amnesty
International, Antonio Marchesi ‒ in occasione dell’incontro annuale del Corso di dottorato in Biotecnologie molecolari e cellulari.
Oltre al Premio Regeni sono stati assegnati
riconoscimenti per la migliore comunicazione in ciascuna sessione
dell’incontro. Tutte donne le dottorande
premiate: la stessa Marina
Ramal-Sanchez per la sessione di Biotecnologie
della riproduzione, la ventottenne indiana Hashimita Sanyal per la sessione di Medicina rigenerativa e la ventinovenne italiana Valeria Cordone nella sessione di Fisiopatologia.
I genitori di Giulio Regeni, non
potendo partecipare alla cerimonia, hanno inviato il seguente messaggio: «Buon pomeriggio, siamo i genitori di Giulio
Regeni, purtroppo non riusciamo ad essere presenti alla Vostra cerimonia.
Siamo onorati di aver appreso che il Vostro
Ateneo abbia deciso di istituire un riconoscimento in nome di nostro figlio
Giulio.
Onorati inoltre, che ci sia un’attenzione
particolare, proprio verso i giovani Studenti dottorali che come lui operano in
ambito accademico spesso al di fuori dei “comodi” confini nazionali. Questi
studenti, ne abbiamo conosciuti diversi, amici di Giulio; sono gli studenti che
hanno sviluppato anche un’immensa gratitudine per essere stati accolti e per
poter studiare.
Ringraziamo per la Vostra testimonianza di
vicinanza accademica, sia perché è intesa come impegno civile e sia perché
riconosce l’impegno accademico di Giulio.
Purtroppo, per circostanze non ancora chiare
Giulio è stato soggetto della violazione dei diritti umani, lui che era andato
in Egitto per capire e conoscere. Riteniamo fondamentale il Diritto alla
Verità, inteso sia come diritto a conoscere la verità sull’uccisione di nostro
figlio e sia come diritto che ogni persona ha nel senso di poter sviluppare il
proprio pensiero ed essere libero di poter comprendere. Auspichiamo che tutte
le università si pongano la questione della sicurezza dei ricercatori, in
relazione ai paesi dove dovrebbero svolgere la loro ricerca.
Auguriamo a tutti gli studenti e studentesse
una vita ricca di esperienze ma sempre coerenti con un’etica che ponga al primo
piano la difesa ed attenzione ai diritti umani.
Grazie ancora, ci farebbe molto piacere
avere la foto delle persone premiate, magari con qualcosa di giallo.
Porgiamo i nostri più distinti saluti,
Paola e Claudio Regeni»
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