Sapore d'oriente a Roseto degli Abruzzi con il libro di Carla Tarquini sulle storie di Villa Paris e la sua Cappella di stile bizantino

 Altre Note di 

Marcello Maranella

Giro intorno a Villa Paris da più di un decennio affascinato dai simboli che ne identificano il pregio architettonico, l'originalità d'arte e il sapore d'oriente che emana, la continuità secolare assicurata, nel bene e nel male, dall'umana intraprendenza. Esce proprio in questi giorni un'altra pregevole testimonianza editoriale sull'argomento. La segnalo con immenso piacere ai nostri lettori desiderosi di aggiornare le proprie fonti. Con Villa Paris e la sua cappella bizantina Carla Tarquini ci regala uno spaccato finora sconosciuto di esistenze e di mistici sentimenti che danno lustro all'intero territorio aprutino. Quando ho cominciato a sfogliare le pagine patinate del volume, edito dalla famiglia Cingoli e impreziosito da un corredo iconografico firmato dal Maestro Gino Di Paolo non riuscivo a capacitarmi di tale tesoro rimasto lungamente nell'oblio. Per me quel tratto di strada della statale Adriatica all'estrema periferia nord di Roseto degli Abruzzi, che avrò percorso in auto centinaia di volte, era sempre stato considerato uno dei luoghi rappresentativi dell'industria rosetana in cui era insediata la Teleco che costruiva cavi di rame per telecomunicazioni.

Un agglomerato gigantesco situato fra la statale sedici e la campagna circostante da cui uscivano continuamente camion e maestranze al lavoro distraendomi dall'idea che  a pochi metri di distanza esistesse un altro insediamento, di tutt'altro tenore e sensibilità, quasi sepolto nel suo degrado dall'incuria del tempo. In tal senso mi consolano le considerazioni del grande artefice della rinascita di Villa Paris, l'architetto Ciuseppe Cingoli che in premessa nel libro annota: "Allora non pensavo di trovare lì racchiuso tutto il concentrato di storia e di vita vissuta, di cultura e di tradizioni che si sono pian piano svelate a noi dietro la fitta vegetazione che copriva interamente i giardini esterni del complesso, fino a raggiungere parte del fronte principale. La Chiesa Russicum, le volte decorate della villa, il parco retrostante l'edificio: tutto questo patrimonio aveva affrontato il tempo e aveva davvero tanto da raccontare".

L'aver affidato a Carla Tarquini il compito di ricostruire appassionatamente origini e protagonisti delle vicende di Villa Paris non può che costituire uno stimolo prezioso di conoscenza e apprezzamento della raffinata dimora. Ne è convinta soprattutto l'autrice che si è trovata a riordinare appunti e cronache locali con la cura rigorosa che la contraddistingue, fidando essenzialmente..." su fonti documentarie e testimonianze orali", precisando che la prima interessante scoperta è stata quella dell'origine dei Paris di Roseto degli Abruzzi, nativi di Montepagano che non avevano alcun legame con l'altrettanto nota famiglia Paris di Teramo, come si era sempre sostenuto. E così prendono forma  i capitoli dell'opera. Dagli albori di Villa Paris che nasce come Villa Mezzopreti per volontà di un ricco possidente, Camillo Mezzopreti, appunto. Quest'ultimo viene descritto come persona colta di Montepagano con una vita familiare piuttosto complessa di cui viene puntigliosamente ricostruito l'albero genealogico con a fianco un austero autoritratto dello stesso di cui si diceva ci fosse stato l'intervento dell'artista Pasquale Celommi. Come pure si evidenzia l'influenza di Celommi nel ritratto di Antonio Paris, opera di Felicetta primogenita di Antonio che in gioventù fu allieva del maestro rosetano.

 Nei capitoli che seguono ampio spazio viene riservato alla trasformazione di Villa Paris in residenza estiva del Collegio Russicum di Roma e alla nascita della Cappella di stile bizantino. Nel 1937, subito dopo l'acquisto della Villa da parte della Santa Sede, era stato incaricato padre Basterre della Curia Generalizia della Compagnia di Gesù per redigere il progetto di ristrutturazione del sito, finalizzato  alla preparazione dei missionari da inviare nei paesi dell'Europa. In particolare per "sviluppare, conservare e rassodare la fede e la vita cristiana nelle anime che, nel numero di 140 milioni abitano nel Baltico". Dal loro punto di vista gli studi di quella piccola comunità di monaci dagli strani copricapo (skufia) denominati "Russikumcy" erano molto impegnativi e faticosi tanto da richiedere una sede stabile per docenti e studenti impegnati nello studio della liturgia, della sociologia, dell'attività pastorale della storia e lingua russa. Potendo, inoltre,  ritemprarsi fisicamente e mentalmente durante le vacanze estive nella vicina spiaggia di fronte a Villa Paris. Il racconto si fa ancor più interessante intorno alla costruzione e all'allestimento decorativo della Cappella. Un'opera che si arricchisce in tutto il suo splendore di un elegante iconostasi dipinta dal grande artista russo Gregorius Pavlovich Maltzeff. Il luogo di culto resiste anche ai pericoli della guerra tra il '40 e il '45, continuando a garantire agli abitanti della zona le funzioni religiose grazie alla presenza in Villa di padre Korén, un gesuita di origine slava molto amato e apprezzato dai rosetani aperti, evidentemente, alle contaminazioni dei Sapori d'oriente, come opportunamente  richiamati dal sottotitolo del volume. Poi, nei primi anni '80, arriva il declino del gioiello edilizio rosetano. In un gelido inverno molto nevoso il tetto della Cappella crolla lasciando all'interno solo macerie ma,  fortunatamente, la signora Emma Pomante, moglie del proprietario di Villa Paris Filippo Pomante, riesce a mettere in salvo l'iconostasi facendone poi dono alla famiglia Cingoli in occasione dell'acquisto, nel 2006, dell'intero complesso. Alcuni anni dopo anche Villa Paris, ormai disabitata e completamente in abbandono, viene gravemente danneggiata nei suoi Cieli dipinti affrescati dal pittore Vincenzo Paris. E' sopravvissuto solo quello del Salone.

Altre Note... in chiusura

 La Cappella, chiamata comunemente Russicum, completamente restaurata è stata riaperta ufficialmente ai visitatori il 27 luglio 2010 con una manifestazione pubblica in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni della nascita di Roseto. 

La nuova Villa Paris, dopo un accurato consolidamento strutturale e il restauro dei rispettivi dipinti (scientifico quello della Villa e integrativo quello della Cappella), è stata inaugurata il 7 luglio 2013 in occasione delle nozze dell'architetto Andrea Cingoli, figlio di Giuseppe, con la dottoressa, farmacista, Daniela Bestiacci. Qualche mese dopo , dal 19 novembre all'11 gennaio 2014, Villa Paris ha ospitato la mostra Art in Act dedicata al mosaicista rosetano Bruno Zenobio e all'artista aquilano Andrea Panarelli. E' stata la prima di una serie di eventi artistici e culturali che hanno animato negli ultimi anni Villa Paris.

Un altro Fresco di Stampa uscito durante le scorse festività natalizie è il volume dedicato ai 90 anni di attività dell'IMPRESA FAMLIARE CINGOLI che racconta la storia dell'azienda, le persone che ne hanno fatto parte e il loro costante impegno per promuovere la bellezza attraverso l'arte.

L'Autrice

Carla Tarquini De Dominicis è nata ad Arsita in provincia di Teramo. Laureata in Lettere e Filosofia presso l'Università Cattolica del sacro Cuore di Milano è stata per oltre un trentennio docente di Italiano e Latino presso il Liceo Scientifico "Albert Einstein" di Teramo. Ha collaborato con periodici e quotidiani teramani: L'Araldo abruzzese, La Città, Il donatore, La tenda, Piccola Opera Caritas. Autrice di diversi saggi nel 2018 ha dato alle stampe Memorie arsitane e non solo..., libro autobiografico edito da Giservice Editore, Teramo. Il 23 giugno 2023 ha ricevuto dall'Associazione culturale Teramo Nostra , il Premio "Anna Pepe" per le sue ricerche sul patrimonio culturale teramano.

Le foto:  Archivio Cingoli, Gino Di Paolo, Marcello Maranella, Vincenzo Ammazzalorso



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