Il 30 gennaio prossimo in Consiglio regionale d'Abruzzo confronto serrato tra maggioranza e opposizione sul caso Borsacchio e sul suo destino di area protetta

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Dopo Roseto degli Abruzzi il confronto politico fra maggioranza e opposizione si sposta in  Regione Abruzzo il cui consiglio è convocato per il 30 gennaio prossimo. Lo hanno confermato questa mattina i rappresentanti del Partito Democratico i quali si apprestano a dare battaglia con apposita e dettagliata documentazione per annullare l'improvvido provvedimento del taglio della Riserva del Borsacchio ad opera del governo regionale di centro destra guidato da Marco Marsilio. Speriamo che sia la volta buona per approvare il Piano di Riassetto Naturalistico della Riserva del Borsacchio, atteso da quasi vent'anni.

 

Come si ricorderà il Presidente della Regione Abruzzo Marsilio non ha partecipato alla seduta straordinaria del consiglio comunale convocato a Roseto degli Abruzzi il 12 gennaio scorso per discutere sul caso della Riserva del Borsacchio. A rappresentare l'Ente regione in mezzo ad una sala gremitissima c'erano i consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo e Emiliano Di Matteo, tra i primi firmatari dell'emendamento del taglio della perimetrazione dell'area naturalistica, mentre nell'altra ala, in prima fila, assistevano i consiglieri di opposizione Dino Pepe e Sandro Mariani del Partito Democratico insieme al deputato di Azione Giulio Cesare Sottanelli.  Dopo una rapida riunione dei capigruppo il Sindaco Mario Nugnes ha ripercorso la lunga storia della riserva fino ai recenti adempimenti compiuti dall'amministrazione che presiede, diretti alla definizione del Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Regionale del Borsacchio. Si tratta di un provvedimento essenziale da parte dell'ente locale, per quanto di sua competenza, completamente ignorato dalla giunta Marsilio su cui si è incentrato il dibattito in aula consiliare. Un'assise ad alta tensione caratterizzato dalla presenza del Segretario nazionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, di Giovanni Damiani del Direttivo nazionale di Italia Nostra, di Dante Caserta del Wwf Italia, del leader delle Guide del Borsacchio Marco Borgatti, i quali hanno evidenziato i pericoli di cementificazione dell'area, i limiti politici e istituzionali del provvedimento e la necessità di un rapido annullamento dello stesso.


Senza sottovalutare, ovviamente, il risultato ottenuto in brevissimo tempo con la raccolta di oltre 12000 i firme a livello provinciale per chiedere il ripristino del perimetro tagliato con la legge di bilancio.

In questi anni, del resto, grazie al lavoro delle associazioni ambientaliste e, soprattutto, delle Guide del Borsacchio, decine di migliaia di cittadini, turisti e studenti hanno potuto visitare e apprezzare la bellezza e la ricchezza di biodiversità della natura della Riserva.  

 

 

 

Per comprendere meglio 

l'oggetto del contendere: 

 

IN GIALLO 

l'estensione della Riserva del Borsacchio prima del taglio

IN VERDE 

 l'esiguo perimetro della Riserva del Borsacchio dopo il taglio


 

I fatti

 

Con un emendamento alla legge regionale di bilancio presentato alle 2.30 della notte del 29 dicembre dai consiglieri Emiliano Di Matteo (Forza Italia), Mauro Febbo (Forza Italia), Simona Cardinali (Lega), Federica Rompicapo (Lega) e Umberto D’Annuntiis (Fratelli d’Italia), la maggioranza di centrodestra in Regione – con l'astensione dei consiglieri del PD e il voto contrario dei 5 stelle, presenti in aula al momento del voto – ha amputato la Riserva Regionale del Borsacchio nel Comune di Roseto degli Abruzzi in Provincia di Teramo del 98% portandola dagli originari 1.100 a soli 24 ettari! 

 

"Quanto è accaduto per la Riserva del Borsacchio è un atto gravissimo e costituisce un precedente che deve allarmare tutti coloro che hanno creduto e credono nei modelli Abruzzo regione verde d’Europa e  APE – Appennino Parco d’Europa” ribadiscono a chiare lettere gli ambientalisti. 


"In tante parti della nostra regione, se ben amministrate e gestite", sottolineano inoltre le associazioni, "le riserve sono state e sono tuttora un modello di sviluppo sociale ed economico sostenibile, grazie anche alla sinergia con le azioni nazionali ed europee che legano i futuri finanziamenti, specie in agricoltura alla sostenibilità ambientale".






 

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