A Castelli rivogliono la Madonna col bambino. Il sindaco sollecita la soprintendenza, i castellani la rivendicano in versi
di Marcello Maranella
Il sindaco di Castelli, Rinaldo Seca, ha appena rilasciato un'intervista rivendicando a chiare lettere e con toni tutt'altro che concilianti l'immediata restituzione della Madonna di Castelli al fine di promuoverne i pregi artistici e religiosi, associandola alla secolare e rinomata arte della ceramica in uno dei borghi più belli d'italia. In sostanza l'intento del sindaco è quello di porre in evidenza il sentimento comune dei suoi concittadini i quali vorrebbero vedere quell'opera d'arte ricollocata nella chiesa di San Giovanni Battista dove fu prelevata dopo il sisma del 2009, destinata principalmente al culto della preghiera. Si tratta, dunque, di una legittima richiesta al Museo Nazionale d'Abruzzo (MUNDA) dove è tuttora esposta la statua lignea del 1100, con il beneplacito dell'Ente di tutela che va sotto il nome di Polo Museale d'Abruzzo, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell'Abruzzo. A cui, senza infingimenti, va il grande merito di averne sapientemente curato il restauro sotto l'attenta direzione di Lucia Arbace, nell'ambito del progetto che, forse per ironia della sorte, si chiama Restituzioni, consistente in un programma biennale di restauri di opere d'arte appartenenti al patrimonio del Paese sostenuto da Intesa San Paolo.
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