di Marcello Maranella
Intento a visionare documenti e oggetti di casa paterna ho intravisto dentro una piccola scatola di cartone il libro
"Gastronomia Teramana" firmato da
Rino Faranda stampato nel 1978 dalla Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo. Una rarità dopo circa quarant'anni dalla sua
comparsa di cui, immagino, non esistano copie facilmente reperibili. Si
può considerare dunque un reperto di pregio da diversi punti di vista
: editoriale perché oltre al patrocinio autorevole della Banca vi si annota in ultima pagina la stampa ad opera dell'Edigrafital SpA, gloriosa azienda tipografica e casa editrice di Sant'Atto fondata da
Potito Randi con oltre un trentennio di attività, l'impaginazione del compianto artista
Alteo Tarantelli e le illustrazioni fotografiche del "maestro"
Piero Angelini;
divulgativo per l'ampia ricerca delle fonti e la copiosità della materia gastronomica riportata
; felice ipotesi di marketing territoriale dalle notevoli potenzialità turistiche ed economiche.
Queste, in estrema sintesi, le impressioni ricavate da questo prezioso manuale di ricette ritrovato per caso fra gli omaggi che la Cassa di Risparmio riservava alla sua fedele clientela in speciali occasioni. Deduzione suffragata in seconda pagina di copertina in cui si precisa che il rapido esaurimento della prima edizione ne ha imposto una seconda, ..."
che con lievi varianti vede la luce in concomitanza con le feste natalizie del 1978"... per cui si formulano i più fervidi auguri a tutti i lettori. Contesti sociali e culturali ormai lontani nel tempo, non c'è dubbio, che tuttavia offrono spunti di riflessione comparativa con i fatti della contemporaneità che vanno al di là degli aspetti tecnici del manuale di ricette diligentemente elencate dal professor Faranda. Rilevo infatti con piacere che il volume è soprattutto una lode alle virtù della comunità teramana quando
il complitatore, come egli si firma nella presentazione, si apre ai lettori...
"gran cuore..dell'autore ...io non più "meteco", ma come spero cittadino teramano di pieno diritto dopo oltre trent'anni di vita serena in un ambiente altamente ospitale e tranquillo". Parole, emozioni, sentimenti che rivelano un "
bosco sacro" di civiltà e di tradizioni ...
"ho rivissuto, ad un certo punto, per una sorta di incantesimo, la vita agricola e pastorale di questo splendido Abruzzo, si chè la dimensione e l'anima della raccolta si sono ingrandite e nobilitate".
A rileggere attentamente oggi queste note esaltanti della terra d'Abruzzo espresse dal dotto professore di latino di sicula provenienza si percepisce meglio l'alto valore culturale della gastronomia teramana che sfida il tempo e le mode e, al tempo
stesso, costituisce fonte di ispirazione di giovani generazioni di chef
teramani e abruzzesi tra i più quotati nel settore. Alcuni dei quali a fine agosto hanno offerto con
Prima Secca, nell'insolito scenario del porto di


Giulianova, un esempio di alta creatività culinaria oltre che un
format di notevole successo partecipativo, senza tuttavia tradire i fondamentali della grande tradizione aprutina che Rino Faranda tratteggiava con pennellate di stupendo paesaggio marino e montano. Tutto torna alla fine delle sue narrazioni fantastiche. Come del resto testimonia la riedizione della raccolta di ricette di Rino Faranda pubblicata recentemente dalla casa editrice
Ricerche e Redazioni, particolarmente curata da
Claudio D'Archivio, Presidente della Delegazione di Teramo dell'Accademia Italiana della Cucina. Da questo punto di vista è stata compiuta un'opera di divulgazione basilare per la conoscenza delle nostre radici non solo dal punto di vista enogastronomico quanto sotto il profilo antropologico e del divenire sociale della nostra comunità.
Pubblicato anche nelle pagine della cultura a cura di Simone Gambacorta del quotidiano "La Città" diretto da Alessandro Misson - 6 settembre 2019 -
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