Fumata sempre nera per la scelta del Commissario del Gran Sasso

Ieri mattina viaggiando in pulmann diretto a Roma mi sono risentito avvolto dal
Gran Sasso d'Italia in tutta la sua splendida cornice naturale. Altamente benefica per ossigenare la mente e rasserenare l'animo. Il cielo terso, la verdeggiante vegetazione che avanza e ammanta parte del massiccio montuoso dal Dente del Lupo al Corno Grande. Uno scenario che non ha eguali nella bellezza del "nostro" paesaggio, esaltato dalla fiorente biodiversità e dalla storia gloriosa dell'alpinismo. Per qualche attimo ho dimenticato i problemi del suo sottosuolo accumulati per oltre un decennio da chi era scientificamente e istituzionalmente preposto alla tutela del suo acquifero.Ma poi il pessimismo riprende il sopravvento.
Chi avrebbe potuto immaginare il ricorso al primo Commissario, agli inizi del 2000, per affrancare l'acqua preziosa del Gran Sasso dai pericoli di inquinamento legati alla ricerca scientifica e al traffico autostradale? Quanto scetticismo si alimenta nell'attesa di un altro commissario investito della stessa missione, incompiuta, del suo predecessore? Ancora interrogativi e pochissime certezze, dunque, ribadite con determinazione in un comunicato stampa dalle associazioni ambientaliste ricomprese nell'Osservatorio Indipendente dell'Acqua del Gran Sasso come WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, Arci, Pro Natura, Cittadinanza attiva, Guardie Ambientali d'Italia -Gadir, Fiab, Cai e Italia Nostra. Tra i vari distinguo procedurali e politici l'Osservatorio non nasconde le critiche all'emendamento governativo che ha introdotto la nomina di questo nuovo commissario, il cui identikit doveva essere reso noto entro il 3 luglio scorso. 
Da qui lo scetticismo per la mancanza di garanzie su una reale partecipazione ai processi decisionali, continua la nota dell'Osservatorio Indipendente dell'Acqua del Gran Sasso, e poi ancora incalza...."per i fondi insufficienti ( 120 milioni in tre anni) rispetto alle richieste contenute nella delibera della Giunta Regionale n.33/2019 "Gestione del rischio del sistema idrico del Gran Sasso" (172 milioni di euro). Per la mancanza di chiarezza circa gli interventi da fare e perchè non c'è alcun impegno concreto sull'allontanamento delle sostanze pericolose stoccate all'interno dei Laboratori dell'Infn. Inoltre sono previste alcune deroghe alle norme poste a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. certo non pensavamo di dover aggiungere a questi problemi anche un inspiegabile ritardo per la scelta del Commissario", insistono gli ambientalisti. Invitiamo il Presidente della Regione e i parlamentari eletti in Abruzzo a far sentire la loro voce per capire cosa sta succedendo". E qui arriva la nota dolente "nel frattempo il Presidente Marsilio potrebbe far partire la cabina di coordinamento da lui presieduta e che ha compiti di comunicazione e informazione nei confronti delle popolazioni interessate e di verifica dello stato di avanzamento degli interventi improcrastinabili. E potrebbe anche aprire questa Cabina alla partecipazione dello associazioni che da sempre seguono la vicenda e che invece la Giunta regionale precedente ha voluto escludere".

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