Cosa c'è sotto il Teatro Romano?




Si è sempre detto o, meglio, la soprintendenza di Chieti, parecchi anni fa, in occasione della sistemazione di Piazza Sant’Anna non esitò ad affermare, di fronte a scavi archeologici allora precari, che la città aprutina nasconde pregevolissimi reperti di età romana che, se opportunamente salvaguardati, collocherebbero Teramo in un contesto storico culturale di livello europeo. Come ogni teramano di buona memoria ricorderà, allora scesero in campo, tra accuse e recriminazioni sulle occasioni mancate e sugli scempi subiti dalla città a cavallo fra gli anni 55/70, i rappresentanti degli ambientalisti e delle associazioni culturali riesumando un vecchio progetto di Archeologia virtuale che portava la firma di Paolo Sommella, docente all’Università di Roma “La Sapienza”. L’autorevole studioso di toponomastica e urbanistica antica esternò ai teramani un sogno alquanto suggestivo lanciando da Teramo, appunto, il primo segnale di singolari Itinerari Archeologici, unici in Europa. Fu elaborato un vero e proprio intervento sistematico per ricomporre la città antica collegando, attraverso percorsi reali ed espositivi, splendidi mosaici policromi nascosti nelle cantine, colonne romane, terme e templi monumentali d’età augustea fino a ricongiungersi con il teatro romano che, se ristrutturato, potrebbe contenere più di duemila spettatori. Sull’argomento l’Archeoclub di Teramo presentò una specifica Osservazione al Piano Regolatore Generale. Ad oggi, purtroppo, tutto è rimasto inespresso, con qualche appesantimento edilizio in più e con l'incalzare dei comitati di quartiere e dell'instancabile Teramo Nostra che, in nome della democrazia partecipata, alzano il tiro per arginare manovre trasversali di gruppi di interesse fautori dell'immobilismo in attesa di tempi favorevoli per qualche ghiotta speculazione edilizia. Gianguido D'Alberto con la sua elezione a primo cittadino rappresenta il simbolo della discontinuità con il passato e al tempo stesso l'alfiere della ricomposizione sociale e culturale della città. 


"Mescoli, dunque, il progetto Bellomo, le osservazioni o i consigli che dir si voglia della sovrintendenza e taluni pregiudizi irrilevanti.
Si prenda il merito di spazzare via definitivamente e al più presto gli inguardabili palazzi fatiscenti sopra il teatro romano che  ne impediscono la fruizione per collocarlo all'interno di un circuito turistico culturale eccellente e dignitoso per la comunità teramana"


Commenti

  1. Sindaco D'Alberto, a te il compito di dare lustro a Teramo attraverso la riqualificazione del teatro romano, uno degli argomenti più pregnanti della tua campagna elettorale. I comitati di quartiere e di frazione su questo tema ti sono vicini.

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