Giovanni Legnini: "su di me attacchi strumentali"

In tempi di campagna elettorale si alzano i toni e si ingigantiscono le notizie per mettere alla prova la serietà dei candidati e la loro immacolata condotta di vita politica e professionale. E' sempre stata una lotta serrata fino all'ultimo spunto e così sarà fino a quando la democrazia e la giustizia riusciranno  a garantire il giusto equilibrio fra governanti e governati. Fino a quando, cioè, l'interesse comune sarà salvaguardato da ingerenze personalistiche ad esclusivo vantaggio di pochi nella gestione della cosa pubblica. Bene ha fatto dunque il candidato alla presidenza della regione Abruzzo, Giovanni Legnini, a fugare repentinamente ogni dubbio su un suo possibile coinvolgimento nella vicenda dei due magistrati inquisiti di cui oggi si dà rilievo sugli organi d'informazione. Da questo punto di vista Giovanni Legnini ha messo sul tavolo, senza infingimenti, la sua credibilità di politico con una carriera alle spalle improntata alla coerenza e alla competenza e come figura di alta rappresentanza istituzionale alla vicepresidenza del Consiglio Superiore della Magistratura. Dovrebbe costituire un esempio di orgoglio per l'Abruzzo al di là degli steccati di appartenenza politica.
Queste le sue dichiarazioni in una nota rimessa ieri alla stampa: "Su di me attacchi strumentali. non c'è alcuna grana che mi riguardi e a scriverlo è lo stesso giudice delle indagini preliminari nell'ordinanza di arresto  dei due magistrati pugliesi". E Legnini poi sottolinea l'annotazione del Gip nell'ordinanza  pubblicata dall'Ansa "...non era previamente informato  o comunque a conoscenza" della presenza di uno dei due Giudici indagati e del suo amico imprenditore alla cena alla quale ero stato invitato. e se avessi saputo della loro presenza certamente non sarei andato a quella cena privata a casa di un mio ex collaboratore. Peraltro, precisa il candidato presidente, come risulta dagli atti di indagine, trattai con molta freddezza il magistrato in questione, nei cui confronti pendeva un procedimento disciplinare, proprio perché irritato dal suo tentativo di avvicinarmi. ciò riferii quale testimone alla Procura di Firenze che stava svolgendo le indagini. La vicenda, per quel che mi riguarda, si è chiusa lì. si tratta di una notizia vecchia, già nota e chiarita sette mesi fa ed ora la Lega intende cavalcarla e strumentalizzarla solo per ragioni elettorali, non avendo altro a cui aggrapparsi, logicamente anche il Movimento 5 stelle si è accodato e questo si commenta da se".

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