Atri e le luci arancioni nel ricordo di Marco Tornar





 La Piazza del Duomo rimane sempre il  centro delle origini e della storia di Atri. E' comunque l'antica Agorà dove si raccolgono gli atriani per parlare, commentare e organizzare la vita della città. E il quotidiano scorre sotto l'imponente monumentalità della Cattedrale di Santa Maria dell'Assunta, fra gli stupendi portali di Raimondo del Poggio.



Quando il turista per caso arriva in piazza è altresì rapito dalla bellezza del rosone al centro della facciata del Duomo o dall'alto campanile con punta a piramide, tanto da non avvertire l'importanza degli altri edifici intorno. Subito dopo scopre altri stili architettonici nel Teatro Comunale di fronte alla cattedrale il cui schema compositivo  si ispira chiaramente a quello della Scala di Milano. Un ritrovo culturale e artistico di ottimo livello conservativo che resiste e si rinnova dal 1881...












 
Pittore abruzzese fra i più incisivi del rinascimento centro meridionale, Andrea De litio continua ad affascinare la critica moderna per la inconfondibile versatilità stilistica che trova, appunto, la sua migliore espressione negli affreschi che coprono completamente l'ultima carpata della navata centrale.




Quando dalla costa teramana s'intravede la 
Regina delle colline 
un intenso richiamo delle mie radici me
la fa rivedere in tanti modi diversi, sempre affascinante e misteriosa, come se dovessi ricominciare a raccontarla da dove c'eravamo lasciati l'ultima volta. Così ieri pomeriggio ho ripreso il discorso amoroso per immagini. In un'incantevole solitudine, fra gli angoli della Piazza e le scale del Teatro, prima di varcare il Tempio della sacralità e dell'arte dove Marco Tornar, compianto poeta abruzzese di grande sensibilità,  ambientò uno dei suoi racconti....

"....Adorare qualcosa che sia oltre il vuoto, adorare una forma che dia senso ad ogni vuoto, questo avete pensato quando, un attimo prima di uscire dalla cattedrale di Atri, avete stretto su un fianco la ragazza, sentendo poi sotto il palmo della mano la torsione dei suoi muscoli mentre ancheggiava. Poi siete usciti, siete spariti nella nebbia. Una nebbia tanto densa da sembrare ovatta ha occupato realmente la sera di Atri, a malapena nelle strade brillano le luci arancioni dei lampioni. E' in questa opacità che vi siete persi, mescolandovi ad altre vite, a chissà quali altre vicende, che sono state o accadranno. Non si vede ne sente più niente. Resta solo il fatto che l'affresco, nel buio della cattedrale, è lì, resiste da oltre sette secoli. Qualche spira nella nebbia è forse davvero un'emanazione delle sue figure? Che volete che vi dica. Non posso pronunciarmi oltre. Del resto non so 
nemmeno se questo scritto sia un invito alla fede o al libertinaggio
da "Il poeta in cattedrale"- VARIO - maggio 2015


Testo e foto (r.v.) di Marcello Maranella










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