CORSO SAN GIORGIO BRINDA ALLE INCOMPIUTE E ALL'INDIFFERENZA

E sono tre i quartieri che alzano la testa con dignità e orgoglio per richiamare all'ordine gli amministratori del comune di Teramo. Non accadeva da anni che si invertissero le parti fra amministrati e amministratori sulla improcrastinabile necessità di dare lustro alla città con un progetto ambizioso di riqualificazione urbana come segno ineludibile di civiltà e benessere in una raccolta città di Provincia.
Invece la misura è colma evidentemente se, presi dalla disperazione dell' incompiuta pavimentazione di Corso San Giorgio e dallo smarrimento di sopravvivenza  economica, i commercianti del centro, capitanati dal noto libraio Antonio Topitti, hanno dato vita questa mattina ad un ironico brindisi rivolto all'insensibilità dei responsabili della cosa pubblica, assenti per mancanza di azioni adeguate e impassibili di fronte alle grida esasperate di una categoria un tempo  tra le più dinamiche del sistema economico provinciale.
Senza andare tanto indietro nel tempo sabato scorso il quartiere Cona ha espresso malessere per l'ingombrante e dannosa centrale elettrica che doveva essere delocalizzata sin dal 1999 in base ad un protocollo d'intesa fra Comune e Enel ed oggi i residenti, molto coraggiosamente, hanno predisposto un progetto costringendo Comune, Regione, Istituto Zooprfilattico, Enel  e Terna a trovare fondi e aree per riportare serenità e salute alla periferia della città.
Già nel settembre scorso il quartiere di Santa Maria a Bitetto cominciò a suonare l'allarme per il degrado, l'immondizia e la tossicodipendenza imperanti a Piazzetta del Sole dove, guarda caso, alloggia in uno dei palazzi più rappresentativi del centro storico l'invisibile Museo del Gatto, per lo più sconosciuto ai turisti e al circondario aprutino. Qualcosa si muove dunque e tutti auspichiamo che sia l'inizio di un'altra storia per la città. Una storia culturale e sociale che muove dal basso con argomenti fondati e lungimiranti, destinata a mettere in discussione simboli e centri di potere insensibili o incapaci di esaltare il bene comune.  Ieri l'efficace editoriale del direttore del quotidiano LaCittà, Alessandro Misson, ha reso ancor più evidente l'arroganza di amministratori e dirigenti comunali riuniti in commissione impedendo ai giornalisti e ai cittadini di conoscere in pubblica seduta il destino di 29 lavoratori Tercoop e delle loro famiglie. L'increscioso episodio si commenta da solo.  Non sottovaluti questi fermenti la classe politica locale anteponendo, una volta tanto, i fatti alle parole. Ma adotti anche un comportamento di civile disponibilità di chi viene eletto per svolgere un compito delicato con spirito di servizio.


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