Camera di Commercio di Teramo: è solo questione di sede?

Sulla stampa locale c'è chi torna a gridare allo scandalo attestando che a distanza di mesi dalla fusione fra le due Camere di Commercio di Teramo e L'Aquila si sarebbe consumato un riprovevole scippo con ingiustificabile danno d' immagine al territorio teramano in seguito al trasferimento della sede legale camerale oltre il traforo del Gran Sasso. Con numeri e dati alla mano, così come previsti dalle normative vigenti, si afferma che quella di Teramo avrebbe più forza contrattuale della consorella aquilana. A prendere la palla al balzo intervengono le rappresentanze politiche d'opposizione, RED e "Per il PD", le quali incalzano su un tema di notevole importanza per "il futuro della città capoluogo". Tuttavia in attesa di ulteriori sviluppi e dei dovuti chiarimenti da parte dei vertici dell'ente camerale in questione rilevo che la riforma delle Camere di Commercio come l'abolizione delle Province o quella del Corpo Forestale dello Stato sono il frutto di riforme annunciate dal precedente  governo Renzi ma  poi naufragate con il risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre dello scorso anno in seguito alla vittoria dei no. In sostanza tutto è rimasto in mezzo al guado creando immobilismo, incertezza dei poteri, frustrazioni politiche e istituzionali, crisi di rappresentanza e dunque di governo del territorio, mancanza di risorse finanziarie come dimostrano i recenti accadimenti sulla riclassificazione delle strade provinciali e sui limiti operativi in caso di emergenze ambientali.  Pertanto, per come vanno le cose a Teramo, di fronte ai problemi della ricostruzione e del riassetto urbanistico, quella della sede della Camera di Commercio sembra essere una giusta rivendicazione posto che al momento non ci sarebbe alcun disagio per i dipendenti e per le strutture della Camera di Commercio di Teramo che continuerebbero ad operare allo stesso modo e nella stessa sede. Almeno così assicurano i diretti interessati e noi siamo pienamente  solidali nel sostenerne provate professionalità e competenze a beneficio delle imprese teramane. Resta tuttavia in bilico il principio della rappresentatività istituzionale di cui la Città di Teramo non può e non deve privarsi. Apprezzabile dunque l'orgoglio municipalistico espresso di fronte all'assottigliamento di economie legate alla presenza di strutture strategiche per lo sviluppo e l'innovazione del nostro territorio ma non va dimenticato che Teramo necessita di una classe dirigente autorevole, non costretta a correre ai ripari addossando sempre la colpa ad altri.  Tutti auspicano da tempo una politica di programmazione e di assunzione  preventiva di responsabilità nelle scelte politiche ed amministrative. Altrimenti a Teramo continueremo a piangere lacrime di coccodrillo: oggi per la Camera di Commercio, ieri per la nuova sede dell'Ospedale unico e l'altro ieri per la funivia dell'Università e per i relativi finanziamenti perduti. Tale atteggiamento altalenante produce solo effetti negativi per le nostre comunità. Limita l'affermazione di idee e progetti alternativi. Deforma la realtà e non produce relazioni sociali lungimiranti. Impedisce il radicamento sociale di giovani energie costrette ad emigrare per mancanza di prospettive. Fonti storiografiche a  riguardo ci ricordano che già nelle circoscrizioni amministrative del 1927 l'incapacità delle forze politiche allora in campo determinò la "mutilazione" dell'esteso territorio provinciale teramano favorendo la nascita della provincia di Pescara con le pesanti conseguenze economiche ed amministrative che si possono immaginare. La storia insegna ma la storia va pur sempre aggiornata con fatti e azioni conseguenti nella costruzione di nuove civiltà.

Commenti

Post popolari in questo blog

Finalmente si parte con la ristrutturazione della Stazione Ferroviaria di Teramo. L'Impresa D'Adiutorio di Montorio al Vomano si aggiudica l'appalto da 23 milioni di euro

Il McDonald's arriva a Teramo culla delle virtù gastronomiche. Entro il 2023 la struttura sarà realizzata sopra il parcheggio San Francesco

CHORUS NOVUS diretto da Paolo Speca nell'Aula Magna dell'Ateneo interpreta magistralmente "La Buona Novella" di Fabrizio De Andrè