Tradizioni secolari e vissuto delle comunità del Gran Sasso diventano Patrimonio Culturale Europeo. Premiati i Centri Studi Don Nicola Jobbi e Sociolingua


di Marcello Maranella

Il progetto europeo Rete Tramontana III sul patrimonio immateriale delle comunità rurali e montane, realizzato in collaborazione con l’Università di Teramo, è tra i
vincitori dell’edizione 2020 dei Premi del Patrimonio Europeo/Premio Europa Nostra, il più
prestigioso riconoscimento europeo nel campo della conservazione del patrimonio culturale, che è
stato assegnato a 21 progetti selezionati da giurie di esperti di tutta Europa che hanno valutato
candidature provenienti da 30 Paesi europei. Il premio, istituito nel 2002 dalla Commissione
Europea e da Europa Nostra, viene conferito ogni anno a progetti che si sono distinti nell’ambito
della conservazione, della ricerca, della formazione e dei servizi per il patrimonio culturale.
La Giuria ha premiato Rete Tramontana III ( www.re-tramontana.org ), nella categoria Ricerca con
la seguente motivazione: «Questo progetto promuove un’idea dell’identità europea, e in particolare
del patrimonio montano, che è comune in tutta Europa. È un eccellente esempio di cooperazione
internazionale tra ricercatori con esperienza in diversi ambiti di studio. La metodologia utilizzata è
replicabile in tutta Europa e ha il potenziale per essere applicata in tutto il continente».
«La crisi legata al COVID-19 – ha aggiunto in occasione della premiazione il commissario europeo
Mariya Gabriel – ha messo in luce quanto la cultura e il patrimonio siano necessari per le persone e le comunità di tutta Europa. In questo momento, in cui centinaia di milioni di cittadini europei sono
fisicamente isolati, il nostro patrimonio culturale continua, più di prima, ad essere occasione di incontro.


I vincitori dei Premi del Patrimonio Europeo/Premi Europa Nostra di quest’anno rappresentano potenti modelli ispiratori che contribuiscono efficacemente ad una Europa più unita e resiliente».
Rete Tramontana III è uno studio per la salvaguardia e rivitalizzazione del patrimonio
immateriale delle comunità rurali e montane in Europa attraverso la sua documentazione e
diffusione. La rete ha condotto oltre 1.200 indagini sul campo in prospettiva multidisciplinare:
sociolinguistica, antropologica, etnomusicologica e creativa. Sono state raccolte documentazioni
fotografiche, sonore e audiovisive fruibili online. Oltre alle attività di ricerca e di pubblicazione,
sono stati organizzati seminari, percorsi didattici, mostre multimediali e proiezioni video in
collaborazione con numerose istituzioni, università, scuole, fondazioni, biblioteche e musei.
Il progetto, nato nel 2012 ed entrato nelle Success stories di Europa Creativa, è costituito da otto
associazioni di cinque Paesi: Francia, Italia, Polonia, Portogallo e Spagna. Le associazioni italiane
della Rete – BAMBUN per la ricerca demo-etnoantropologica e visuale e LEM-Italia (Lingue
d’Europa e del Mediterraneo) – hanno sede all’Università di Teramo, partner del progetto, che
ospita anche i due centri di ricerca delle associazioni: il Centro Studi Sociolingua e il Centro Studi
Don Nicola Jobbi, che si occupano della elaborazione e archiviazione dei documenti raccolti.


Le due équipe italiane di Rete Tramontana sono composte da Gianfranco Spitilli (coordinatore:
Università di Teramo/Centro Studi Don Nicola Jobbi), Stefano Saverioni (responsabile
audiovisivo), Marta Iannetti, Emanuele Di Paolo e Giancarlo Pichillo per l’Associazione
Culturale Bambun, Giovanni Agresti (coordinatore: Université Bordeaux Montaigne), Silvia
Pallini, Gabriella Francq, Renata De Rugeriis, Giulia Ferrante per l’Associazione LEM-Italia.
Le associazioni hanno operato in Italia Centrale e in particolare in Abruzzo, a stretto contatto con le
comunità rurali di montagna del Gran Sasso e della Maiella. Nel corso del prossimo anno
accademico all’Università di Teramo sarà organizzata una presentazione globale del progetto in

collegamento con gli altri partner e con gli altri due progetti italiani vincitori del Premio: Basilica di Santa Maria di Collemaggio e Turin Papyrus Online Platform (TPOP) del Museo Egizio di Torino.

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