Sempre più agitate le acque del Ruzzo e il comune di Teramo esce dall'angolo

L'Assemblea dei sindaci dell'Ente acquedottistico di Teramo ha riconfermato questa mattina  Alessia Cognitti presidente, Alfonso Grotta e Alberto Fagotti (che sostituisce Antonio Forlini) al Consiglio di Amministrazione  per il prossimo triennio.Come è noto non si tratta di una novità dal momento che da oltre un anno la Società Ruzzo Reti SpA è avvitata sugli stessi nomi e sugli stessi problemi di gestione. I fatti sono noti e non staremo qui a rielencarli. Qualche considerazione a margine dell'esito della votazione invece è d'obbligo per la prospettiva politica che ne consegue. Intanto il Comune di Teramo non è più relegato all'angolo dal momento che altri dieci sindaci hanno tentato di far rinviare la seduta, accertato che un CdA dimissionario non può pretendere di far approvare contestualmente ipotesi di piano industriale e  piano di fabbisogno del personale. Sarebbe una forzatura di fronte al giudizio negativo sull'operato dell'Ente espresso dall'Ente Regionale del Servizio Idrico (ERSI). Inoltre in termini di quote possedute dai comuni dissidenti va precisato che insieme costituiscono il 40% del capitale sociale della Ruzzo Reti SpA. Il diniego opposto, soprattutto, da chi aspirava nella rielezione dopo funambolici scambi di poltrone fra Presidenza e Consiglio, hanno indotto i sindaci suddetti ad abbandonare la seduta assembleare trovando pieno sostegno della maggioranza  al Comune di Teramo, espresso oggi in un documento a firma dei capigruppo. Chiariti gli aspetti tecnico procedurali entrano in ballo questioni politiche di una certa rilevanza dal momento che la restaurata dirigenza dell'Ente non può più contare sull'appoggio granitico di quei settori del centrodestra e del centrosinistra che determinavano le scelte di via Nicola Dati.
Se D'Alberto non è più solo a condurre la battaglia del nuovo corso al Ruzzo è possibile che si aprano orizzonti più chiari con scelte di merito oculate e trasparenti in altre società partecipate: dalla Fondazione Tercas, all'IZS, alla Provincia, al BIM, alla TeAm, nel mondo complesso della sanità, solo per fare qualche esempio di stringente attualità. In tal senso i sindaci hanno la possibilità di far valere il peso amministrativo non disgiunto però da scelte politiche unitarie e qualificanti di progresso e di benessere reale delle comunità amministrate.In questo momento a Teramo si gioca una partita decisiva di verifica e di nuove aperture. Lo sa il sindaco e lo auspicano gli alleati: è meglio non arrivare ai tempi supplementari!!

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