Franco Summa e La Città della Memoria

Il grande artista abruzzese ci ha lasciato ieri all'età di 82 anni dopo un'esistenza dedicata alla bellezza e all'innovazione del paesaggio urbano.
Pescara è la città che meglio esprime l'Abruzzo moderno. Una urbanizzazione piuttosto attraente. Accogliente e ordinata con i suoi profili dannunziani e le sue proiezioni metropolitane.  Il fascino di  una città adagiata sul mare nelle sue molteplici espressioni sociali, economiche, artistiche e culturali. Così come la immaginò, più di venticinque anni fa, l'artista Franco Summa con l'opera "La Porta del Mare", installata temporaneamente e poi smantellata . Qualche anno fa  ha preso il via  una petizione popolare su iniziativa del Comitato per il Paesaggio, sostenuta dall'ex sindaco Marco Alessandrini, in favore del suo ripristino nella scena urbana contemporanea.
Avevo conosciuto il maestro alla fine degli anni'80 dopo l'uscita del suo libro "La Città della Memoria", ed. Mazzotta, con una interessante prefazione di Giulio Carlo Argan che mi piace qui segnalare per l'attualità del messaggio artistico e culturale di Franco Summa.  

"Chi sa che a suggerire l'idea di questo libro senza parole non abbiano in piccola parte concorso certi antichi corsi universitari,  che Franco Summa  seguiva con impegno ed in cui si parlava della relazione, che forse è addirittura identità di arte e di città. Come l'arte. la città è per chi ci vive, memoria e fantasia, esperienza del passato e prefigurazione del futuro. ho poi seguito con simpatia il percorso di Summa, come artista e come docente: due vocazioni che, in definitiva. combaciano. La città è stata sempre oggetto e obiettivo del suo lavoro: questo libro d' immagini è la conclusione di una lunga ricerca, spesso anche sperimentale. La ricerca dimostrativa di Summa mira a descrivere senza apparente commento la dinamica associativa della mente urbana: è questo il suo carattere. Ma è anche tempestivo, questo libro. Come istituto, la società è in crisi, e la crisi è dovuta ad una sorta di blocco dell'immaginazione, a causa del quale i cittadini si sentono estranei o "alienati" da quello che dovrebbe essere lo spazio vitale della loro esistenza, La crisi della città sarebbe mortale per la civiltà occidentale. La città immaginaria e immaginata di Summa è memore dell'origine medievale, consapevole della natura storica della città. E chi può avere paura di un revival del medioevo quando ci minaccia una ricaduta nella preistoria?"

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