Ricerche e Redazioni compie 25 anni in piena era covid. Il piacere di "fare libri" a Teramo fra arte, storia, natura e tradizioni

di Marcello Maranella 

Ricerche & Redazioni nasce nel 1995 da un’idea di Giacinto Damiani e si sviluppa da subito con il contributo determinante di Barbara Marramà.

I due editori danno vita a un’innovativo laboratorio di progetti culturali e editoriali dapprima come consulenti e fornitori di Enti e Istituzioni.
Il loro ‘battesimo’ avviene infatti con la Guida “Manifestazioni & Folklore in provincia di Teramo", apprezzatissimo strumento di promozione turistica e culturale pubblicato ininterrottamente per oltre 15 anni. Un progetto editoriale a cui rivolgo incondizionata fiducia per l'originalità comunicativa sin dal mio primo incontro con Giacinto che viene a propormelo in Provincia, in quanto titolare  dell’allora Assessorato Provinciale Turismo e Cultura.

Da quel momento le attività si moltiplicano, dagli importanti progetti realizzati per il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (tra tutti il Cedap di Montorio al Vomano e la pluripremiata collana di carto-guide turistiche) a quelli per la Regione Abruzzo e tanti altri Enti e Istituzioni pubbliche e private.
Poi la svolta, nel 2003, con l'avvio della Casa editrice vera e propria che oggi vanta oltre 130 titoli attivi a catalogo, con collaborazioni internazionali di elevatissimo valore (Harvard, Cambridge, Oxford, Normale di Pisa, solo per citare le più importanti).
Oltre ai titoli in commercio a marchio Ricerche&Redazioni, tanti altri i volumi in edizione non venale realizzati su commissione di importanti partner istituzionali.

S
ul Corriere della sera del 13 maggio scorso leggevo i dati poco rassicuranti sulle prospettive dei piccoli editori nel pieno dell'emergenza pandemica che tocca da vicino molti operatori attivi nei nostri territori. A lanciare l'allarme è il presidente di Aie, Riccardo Franco Levi, secondo cui la piccola e media editoria rischia di essere decimata dalla crisi dovuta al coronavirus. Quasi un editore su dieci sta valutando la chiusura già da un anno con pesanti riflessi sull'occupazione. Un buon 21% la considera probabile. C'è da preoccuparsi, sostiene ancora Franco Levi...la perdita di una voce è sempre un impoverimento culturale, una ferita alla democrazia.....al di là del volume delle vendite.


Allora Giacinto, come valuti tale scenario nel venticinquennale di R&R?

L’editoria, al pari di altri comparti del settore cultura, ha da sempre potuto contare su risorse marginali, per non dire residuali. Ciò perché la “spesa” in prodotti culturali ha da sempre rappresentato nel nostro paese un qualcosa di eventuale, procrastinabile, rinviabile. E non parlo solo della propensione all’acquisto da parte del singolo cittadino, ma, soprattutto, dell’investimento pubblico in prodotti/produzioni e strategie culturali. Perché investire (o meglio, non investire) in cultura? O in ricerca? Siamo in Europa il fanalino di coda e i recenti dati dell’Osservatorio ne sono drammaticamente la costante riprova, dati che non lasciano ben sperare, soprattutto se si considera l’attuale congiuntura che stiamo tutti attraversando nel mondo.

Come si vive da editori teramani la lunga storia della pandemia?

La pandemia che stiamo vivendo non ha fatto che acuire e far venire al pettine i problemi del settore editoriale che ha necessariamente subito una brusca frenata. Pur essendo il nostro settore tra quelli autorizzati a lavorare anche durante l’emergenza (e infatti noi non ci siamo mai fermati nel lavoro, per la necessità di portare avanti i diversi progetti in essere e per cercare di non rallentare troppo il nostro piano editoriale), abbiamo riscontrato una pluralità di problemi e criticità, sia di carattere logistico che finanziario. Provo a elencarne qualcuno:
- Chiusura delle librerie, con evidente difficoltà a distribuire i nostri libri, ma anche a incassare le fatture già emesse sulle stesse librerie fiduciarie;
- Rallentamento della logistica delle spedizioni verso i nostri distributori, dovuto alla crescita dei volumi spediti a livello nazionale.
- Difficoltà nel contatto di autori e collaboratori, non sempre in grado di raggiungerci.
- Difficoltà nel rapportarsi con i nostri partner editoriali, a loro volta chiusi o in smart working (Università, Aziende, Fondazioni, Associazioni, ecc).
- Impossibilità di effettuare eventi di presentazioni editoriali, con ripercussione assai pesante sulle vendite delle novità in uscita.
- Generale rallentamento del piano editoriale con necessaria rimodulazione dello stesso.
Devo dire, per fortuna, che il nostro piano editoriale è stato confermato quasi al 100%, nel senso che tutte le uscite previste per il 2020, pur subendo alcune dei necessari ritardi, sono state confermate.
Ma mi pongo un problema: come fanno i colleghi che basano tutta la loro forza commerciale sulle vendite in libreria e alle presentazioni – e per fortuna noi non apparteniamo a questa folta categoria – a immaginarsi un futuro possibile col libro?

Passata l'emergenza credete che si possa ricominciare a lavorare con le stesse regole di prima?

Il problema è forse un altro: passerà davvero questa emergenza? Ovvero, si potrà – e quando – tornare alla vita ante-Covid? Si parla, ad esempio, della possibilità di cominciare di nuovo a fare eventi per la fine dell’anno (e nella stessa situazione ci sono i cinema, i teatri, ecc.). Significa che fino a fine anno almeno, non si potranno fare presentazioni fisiche… Certo, molte di queste attività si sono già spostate sul web, in particolare sui social; anche noi abbiamo subito dirottato diverse azioni commerciali su quei canali… Ma mi sento di dire che non è assolutamente la stessa cosa… Il nostro lavoro è un lavoro fatto all’80% di relazioni, relazioni da svolgere vis à vis, in presenza, cioè stando l’uno di fronte all’altro… Assembrandoci! Ecco, ritengo che il problema più importante, al momento, sia proprio quello di non potersi incontrare, fare eventi, presentazioni, ma non solo per il fine commerciale della vendita dei volumi, no, ma perché queste sono le occasioni di relazionarsi, parlare di libri, progettare nuove sinergie, nuove strategie… Spero quindi che al più presto si possa tornare a socializzare, magari con l’utilizzo di dpi, ma la vedo dura…D’altro canto, va riconosciuto come questa pandemia abbia portato tutti a riconsiderare le modalità di declinazione del proprio agire, anche lavorativo. E quindi ha stimolato anche noi editori a ripensare molte azioni che forse non avevamo mai considerato prima. Come in tutte le disgrazie, esistono degli effetti collaterali positivi, anche il solo fatto di costringerti a inventarti delle soluzioni nuove, inedite, che poi potrai utilizzare anche in una fase post-emergenziale che speriamo arrivi il prima possibile!

Dal punto di vista dei profitti o delle risorse economiche limitate dalle misure restrittive in essere quale prospettiva prefigurate?

Come già detto temo per i colleghi che basano tutta la loro forza commerciale su librerie e presentazioni, e ce ne sono molti… Noi, oltre alle librerie e alle presentazioni editoriali, basiamo il nostro business anche nel proficuo rapporto  collaborativo con le Istituzioni sopra citate; ma anche qui dovremo valutare – non certo oggi – quale potrà essere l’impatto di una crisi economica mondiale che si annuncia davvero epocale. Ecco, speriamo che la voglia di ripresa riesca a contenere gli effetti negativi della crisi appena agli esordi, confidando nella volontà di fare e nella buona disposizione di tutti!

Progetti per il futuro?

In cantiere molti lavori, tutti confermati al momento, ne ricordo giusto qualcuno:
- il primo romanzo autobiografico dello stilista Filippo Flocco;
- il nuovo libro di storia di Gigi Ponziani;
- il nuovo libro di Daniele Kihlgren;
- un bel libro sulla figura di Mario Capuani;
- un volume fotografico di grande formato sulla città di Teramo di un autore importante;
- un romanzo bellissimo di una giovane teramana esordiente;
- i diari di Venanzo Crocetti;
- il calendario 2021 dei Prati di Tivo;
- e per finire la ristampa anastatica di un trattato di cucina del 1854, un rarissimo volume di oltre 700 pagine considerato il precursore dell’Artusi.
Poi – altro filone importante – stiamo trasformando tutto il nostro catalogo in ebook, e contiamo di terminare la duplicazione nel corso del 2021.
Ovviamente altro bolle in pentola, e potremo riparlarne magari in prossimità delle rispettive uscite.



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