SOS della sezione di Teramo di ITALIA NOSTRA sulla tutela delle Pinete Litoranee teramane. "La Regione Abruzzo accenda un focus su questa importante problematica" chiede la presidente Paola Di Felice

 

LA STORIA E LE NORME

Le pinete litoranee teramane sono state realizzate nel periodo post-unitario, a cavallo del XX secolo, aderendo ad un vasto programma di bonifica dei litorali dall’impaludamento e dalla malaria. Tale attività consisteva in un duplice intervento coordinato, di carattere idraulico e biologico: il primo, concernente l’emungimento delle acque stagnanti, mediante una canalizzazione di drenaggio verso il mare, realizzato dal Real Corpo del Genio Civile; il secondo, di carattere biologico, mediante l’impianto di pinete litoranee, con funzioni igieniche, protettive e paesaggistiche, individuate su terreni demaniali, eseguito da parte del Real Corpo delle Foreste.

Tra le iniziative non governative si segnalano solo pochissimi benemeriti (Filiani e Catucci entrambi di Pineto) che, in epoche differenti, hanno incrementato il patrimonio di pinete litoranee già esistenti.
Tali attività si sono protratte per decenni, bonificando così definitivamente le aree litoranee dagli impaludamenti e dalla malaria. A partire da tale attività, è iniziata una rapidissima e caotica espansione urbanistica di tutta la sottile fascia litoranea pianeggiante, mentre la gestione delle pinete, sino agli anni ’70, continuava ad essere in carico del Corpo Forestale dello Stato. Quest’ultimo ha attuato una continua opera di espansione e di sostituzione delle parti delle pinete con evidenti sintomi di invecchiamento.
Con il decentramento amministrativo tale gestione è stata trasferita alla Regione Abruzzo che ha continuato la precedente conduzione mediante una Convenzione con il Corpo Forestale dello Stato.
Alla fine del primo decennio del 2000, la Regione trasferiva ai Comuni la gestione di tali fragili aree.
E’ appena il caso di ricordare che, proprio a seguito di ciò, abbiamo assistito, nelle pinete litoranee teramane, a continui tentativi di progressiva erosione e degrado dell’assetto planimetrico e selvicolturale delle singole pinete, sia per la presenza di attività legate al turismo (hotel, stabilimenti balneari, chioschi, bar, camping, etc.) sia per l’eccessiva e indisciplinata frequentazione da parte di bagnanti e turisti occasionali che ne hanno snaturato la funzione originaria, alterandone profondamente la struttura arborea e il delicato equilibrio ecologico che le governava.
Per la vigente legislazione, tali pinete, non sono qualificabili come aree a verde urbano ma, proprio per la loro natura, la destinazione e le fondamentali funzioni che svolgono sono da considerarsi, laddove si riscontrino i requisiti di legge, aree forestali vere e proprie, con un rigido vincolo di destinazione a bosco.
Ogni attività che gli Enti gestori, ovvero i Comuni, pongono in essere, deve rispondere al suo interno a soddisfare i rigidi requisiti normativi afferenti alla materia tecnica selvicolturale e ai numerosi vincoli di natura giuridica che tutelano le pinete. In particolare si segnalano i vincoli di natura paesaggistico-ambientale, derivanti dal T.U. 42/2004, che proteggono tali aree anche sotto il profilo penale.
Oltre queste insistono, per la natura stessa dell’area boschiva, anche altre norme tecnico-amministrative regionali, afferenti alla L.R. 3/2014. Le predette previsioni impongono progetti selvicolturali, redatte da tecnici abilitati per gli interventi specifici di taglio e la eventuale movimentazione di terra.

LA FRAGILITA' DEGLI ECOSISTEMI

A tale scopo, tuttavia, si segnala la estrema fragilità di questi ecosistemi, sottoposti come sono all’azione fortemente selettiva del suolo salino-sabbioso e dei venti marini che li investono senza la naturale protezione di un’adeguata area dunale. Queste pinete sono state sempre in espansone e ben gestite durante tutta l’attività espletata dal Corpo Forestale, prima, e dalla Regione, dopo, al contrario di ciò che spesso è accaduto con il subentro delle gestioni comunali.
E in effetti, la pineta, come tutti gli ecosistemi forestali, necessita di tecnici, esperti arboricoltori e selvicoltori, che sappiano interpretarne le dinamiche e i contesti ambientali con elevata sensibilità tecnica nel trattarla.

LE PRIORITA' DI SALVAGUARDIA EVIDENZIATE DA ITALIA NSTRA

Per questa ragione Italia Nostra, sezione aprutina di Teramo, chiede agli organi istitutivi, di gestione e di governo, che queste aree:

 Conservino, o tuttalpiù, accrescano le rispettive superfici di sedime, in modo da conservare le pinete totalmente nelle loro estensioni, senza consentire alcuna erosione dei risicati spazi a disposizione;
 Vengano monitorate costantemente dalla Regione, in relazione al loro utilizzo nel settore turistico-ricreativo, attraverso un’apposita Commissione in modo da poter revocare la concessione di gestione ai Comuni inadempienti;
 Siano affidate, da parte dei Comuni gestori, alla sorveglianza di tecnici esperti, silvicoltori e arboricoltori, in grado di assicurarne, nel tempo, la rimozione e la sostituzione delle piante prossime alla fine del loro ciclo biologico.
Inoltre si chiede
 che la Regione, che ha l’onere di esercitare il diritto di controllo su tali aree, provveda, altresì, a coordinare la Commissione, di cui al punto 2, per le attività di prevenzione antincendio, anche mediante il ricorso alle associazioni di volontariato presenti sul territorio e, nel contesto, valuti, oltre ai Comuni stessi, le attività che si svolgono all’interno o ai margini della pineta, affinché non costituiscano potenziale pericolo di incendi boschivi e per la perpetuità del soprassuolo boschivo.
 Che la stessa Regione si assuma l’onere di coordinare i tavoli (con la eventuale partecipazione di Autorità Provinciali, del Comune, della specialità Forestale dell’Arma dei Carabinieri, della Capitaneria di Porto, dell’Area Marina Protetta e della Guardia di Finanza), per la gestione delle attività commerciali all’interno delle aree sopra menzionate, perché, attraverso un’azione continua e mirata, si attui un’attività educativa costante e un’opera di persuasione/dissuasione per una gestione sostenibile del bene.


I DOVERI DELLA REGIONE E LA SORVEGLIANZA DEI COMUNI

Alla luce di quanto sopra, Italia Nostra - sez. aprutina di Teramo, chiede alla Regione Abruzzo di accendere un focus su questa importante problematica, anche alla luce delle frequenti segnalazioni di anomalie e azioni pericolose per l’avvenire delle pinete da parte di cittadini, mediante la rapida attivazione del tavolo di cui sopra che vigili ed intervenga prontamente sulle conduzioni anomale che neghino la possibilità di una gestione ecosostenibile di tali preziosi beni.
Nel frattempo fa un appello corale ai Sindaci dei Comuni dell’area teramana, su cui insistono le principali pinete litoranee abruzzesi, affinché si adoperino, con grande sensibilità ed oculatezza, alla salvaguardia e alla tutela di questi delicati ecosistemi, oltre che a tutte le altre problematiche ad esse inerenti. Tutto questo affinché sospendano ogni tipo di concessione per l’utilizzo di tali spazi, vietando nel contempo, ogni tipo di abbattimento di alberi, presenti all’interno dei perimetri di tali aree, sino alla costituzione del citato tavolo tecnico regionale.  

grafica e immagini Marcello Maranella

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