LE VITI E LE VITE DEI PADRI. Una bella storia di Fano Adriano

 di Marcello Maranella

In tempi molto lontani, in una zona prossima al paese denominata "le Vignole", si coltivava l'uva. Una coltivazione concepita su impianti rudimentali che si estendevano sopra pendii e terreni rocciosi tanto impervi che, in relazione alle tecniche attuali di lavorazione in campo vitivinicolo, sarebbe considerata una sorta di eroica viticoltura. "Le attività di viticoltura e produzione del vino in zona Vignole è certificata storicamente dalle tracce imperiture impresse dagli antenati nella roccia" spiegano a Fano.  " Parliamo ovviamente dei Grignetti da cui prende il nome la nostra associazione culturale. Si tratta di vasche rudimentali magistralmente scolpite nella falesia in cui veniva pigiata l'uva". C'è chi fa risalire l'origine degli antichi pigiatoi alla preistoria altri al periodo medievale, mentre nella nostra contemporaneità costituiscono una forte attrazione turistica e accolgono in religioso silenzio provetti climbers che animano l'imponente falesia. "Qualche tempo fa abbiamo deciso di ripulire una parte del terreno alla ricerca di vecchi tralci" raccontano i Grignetti fanesi "e una volta identificati abbiamo prelevato dei germogli per il loro recupero. A distanza di un anno, grazie al lavoro di un'azienda specializzata, i germogli sono divenuti barbatelle pronte per essere interrate". Morale della favola: l'analisi ampelografica ha permesso di stabilire che si tratta di un vitigno bianco ma sarà lo studio genetico a definire i caratteri più intimi. E' nato così, quasi per gioco, un piccolo vigneto di comunità dove si potrà crescere, confidando nelle stagioni e nella fortuna dei principianti, la vite dei padri. Quella vite sarà un motivo per ricordare la vita degli avi per non disperdere memoria e identità. Sicuramente tornremo a parlarne in una prossima puntata. Magari accompagnato con un brindisi di buon auspicio per la fortuna del vitgno! 




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