Castelli al bivio fra tradizione e innovazione. Qualcosa si muove ma è prematuro parlare di ripresa dicono i ceramisti artigiani. Museo delle ceramiche ancora senza guida

 di Marcello Maranella

E' una giornata calda a Castelli nonostante il sole esca ad intermittenza in un groviglio di nuvole e nebbie che rendono ancor più misterioso il massiccio montuoso che sovrasta l'abitato. Mentre in auto ci si avvicina alla meta è impossibile distogliere lo sguardo dalla parete nord del Camicia, tanto attraente quanto impervia nelle sue scure fenditure rocciose descritte mirabilmente dai grandi alpinisti che l'hanno attraversata. Storie fantastiche dentro scenari naturalistici unici  e inconfondibili che da oltre cinque secoli custodiscono i segreti e la creatività dell'arte ceramica. Percorrendo l'autostrada dei Parchi da Teramo verso Roma si esce al casello di Colledara superando l'abitato di Isola del Gran Sasso fino al bivio per Castelli e ci si immerge  nel cuore verde del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Un'incantevole combinazione di natura e cultura dove si celebra il Festival dell'Arte. Ricordo la dotta conversazione su Simboli e simbolismi che il  compianto Phlippe Daverio ci regalò nel luglio 2019 davanti ad una piazza gremita, disegnando un affresco stupendo dell'immenso patrimonio artistico di un'Italia che potrebbe uscire dalle nebbie e tornare a illuminarsi con il piacere della conoscenza e dei suoi migliori valori rinascimentali. L'eminente studioso evocò segni e linguaggi che l'arte ci trasmette continuamente nel tempo trasformandoli antropologicamente grazie all'ingegno e alla creatività di Brunelleschi, Michelangelo, Giotto, Andy Warhol e tante altre immaginifiche meraviglie: in sintonia o in contrasto fra loro.
Quella sera Phlippe Daverio veniva da Roseto degli Abruzzi. Era stato ospite in un'iniziativa promossa dalla Fondazione Cingoli a Villa Paris dove la ceramica di Castelli occupa uno spazio importante. Come, del resto,  testimonia il progetto di innovazione denominato appunto "Castelli in ceramica", presentato alcuni giorni fa nella sala consiliare della  Provincia dall'architetto Andrea Cingoli guadagnandosi il pieno sostegno del sindaco di Castelli Rinaldo Seca. Ma qual'è l'opinione degli artigiani ceramisti, degli artisti e degli studiosi sulle possibili ipotesi di rilancio dell'antica arte della maiolica? Nel reportage che segue emergono gli umori e le aspettative degli operatori raccolti direttamente sul campo.

La Scesa del Borgo, a ridosso della sede municipale, è la via contrassegnata da insegne di laboratori artigiani con tanto di nomi e cognomi dei titolari come fossero bigliettini di presentazione per turisti e appassionati di ceramica. Superata la scalinata, impreziosita di piastrelle recitanti versi in dialetto locale, si scopre la struttura architettonica di quella che da fonti catastali fu, nel secolo scorso, la prima grande fabbrica di Castelli di cui si intravedono ancora piccole tracce in quei locali dove oggi si realizzano  le ceramiche artistiche Simonetti. Ad accogliermi con cortesia e stupore per la visita inaspettata c'è appunto Giovanni Simonetti, artigiano di lungo corso che pur avendo passato il testimone al figlio Antonio continua a prestare la sua opera con discrezione ma pur sempre attento alle dinamiche del settore dal punto di vista artistico e commerciale. 

"Nonostante la pesantezza della crisi dovuta al terremoto prima e al covid ora, cerchiamo di tenere fede agli impegni con una certa continuità prevedendo una stagione estiva più sostanziosa dello scorso anno. Una spinta a muoversi più liberamente dopo le recenti decisioni del governo di riaprire gli spazi di socialità e di svago, prima interdetti per frenare il contagio". Naturalmente si tratta di turismo interno che si muove fra una regione e l'altra, precisa Simonetti, non sono i grandi numeri di presenze straniere che fanno poi la diffrenza. E' tuttavia una buona occasione per misurare le capacità delle aziende artigiane: loro espongono e i turisti ritrovano il piacere di ammirare la preziosità del fatto a mano in una varietà di forme e colori strabilianti. "Non si può comunque parlare di ripresa" precisa l'artigiano e subito aggiunge "Non dobbiamo nasconderci le problematiche che viviamo sotto il profilo squisitamente commerciale. Siamo un pò tutti accomodati sulla produzione tradizionale che è stata senza dubbio il nostro punto di forza per consolidare il rapporto con i paesi esteri, dalla Germania, agli Stati Uniti, alla Francia. Ad un certo punto per varie ragioni si è in parte bloccato quel sistema  creandoci non poche difficoltà. Quello che ci ha salvato negli anni ottanta , che ci ha ridato vitalità e che continua a dare i suoi frutti, è stata la riappropriazione a Castelli della collezione Orsini-Colonna" .  
  
Una sorta di miracolo che ha offerto agli artigiani l'opportunità di presentarsi sul mercato con idee progettuali esclusive e ambite, dimostrando che erano in grado di andare oltre il fioraccio o la ciotola o il vasellame tradizionale, innovando al massimo gli attrezzi del mestiere. Giovanni Simonetti ha le idee chiare sulla necessità di aprire una pagina nuova prima che si concluda il ciclo culturale legato al passato. Intanto Antonio e Giovanni sperimentano con successo e in esclusiva opere d'autore in ceramica firmate dal maestro Franco Summa dedicate alle fanciulle abruzzesi... come luminose apparizioni nei loro antichi colori,  come festose presenze nei luoghi d'Abruzzo. Prima di salutarci gli chiedo un parere sul progetto Castelli in ceramica...."La proposta è senz'altro importante e va sostenuta lasciando le porte aperte al mondo dell'arte. In tal senso inviterei  i colleghi artigiani ad interagire con artisti ed esperti scambiandoci reciprociamente esperienze e tecniche realizzative. Se il progetto funziona si apre in ogni caso un filone culturale e commerciale utile per l'intera comunità di Castelli. Quest'idea di Cingoli è interessante perchè mi riporta sostanzialmente a quella che era la "tazza da puerpera" cinquecentesca realizzata in pezzi componibili contenenti  il pranzo nelle famiglie nobili per le giovani mamme dopo le fatiche del parto. Uno stile che in un periodo non lontano abbiamo anche riprodotto. Naturalmente oggi necessita di ritocchi innovativi con design rispondente ai gusti e alle necessità del momento"

Siamo già in tarda mattinata quando mi sposto dal centro storico in direzione Contrada Casette, dall'altro capo del paese, per incontrare  "Peppino" Mercante nel suo laboratorio di "Arte ceramica". Imprenditore dinamico con doti eccellenti di commercializzazione grazie al lavoro esclusivamente artigianale e di dipinto a mano, Giuseppe Mercante, si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Castelli ed in seguito ha conseguito il diploma di laurea all’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila. 

L'approccio è diretto e garbato con l'espressione del volto sempre sorridente..."Per quanto mi riguarda il lavoro non manca, per fortuna, ma bisogna anche andare a cercarlo. Nel senso di misurarsi giorno dopo giorno con i clienti e assecondarne le richieste, sia quando dipingiamo la ceramica  sia quando realizzaziamo lavori su misura. Bisogna anche avere prontezza di riflessi e aprirsi alle novità", puntualizza sorridendo Peppino. "Ho partecipato con curiosità alla presentazione del progetto di Cingoli e non esito a dire che l'ho trovato molto interessante: intanto perchè muove tutto lo stallo che regna a Castelli inoltre perchè propone qualcosa di nuovo nel rispetto della tradizione castellana". 

E qui l'imprenditore tocca un punto dolente sul futuro degli artigiani ceramisti che sono rimasti un numero esiguo rispetto ai decenni trascorsi. In verità un censimento preciso con dati e osservazioni di merito non è disponibile nonostante le sollecitazioni rivolte all'amministrazione comunale dall'associazione locale degli artigiani di cui Mercante è Vice presidente. "Per fare un rapido raffronto dal 2010 ad oggi l'occupazione è scesa proporzionalmente alla diminuzione delle aziende che attualmente superano a mala pena la trentina, supportate da una manodopera esigua composta essenzialmente da lavoratori sopra i cinquant'anni. Non cè di fatto ricambio generazionale. L'Istituto d'arte, a mio avviso, non forma nessuno e se pure qualcuno, diplomato, volesse intraprendere l'attività di ceramista non è incoraggiato da sostegni significativi per avviare l'attività". Eppure Giuseppe Mercante non demorde. E' convinto che un cenno di ripresa si vedrà già da questa estate per cui è intenzionato a partecipare alla mostra dell'agosto castellano con un piglio innovativo sia nell'allestimento che nella localizzazione senza tuttavia tralasciare gli impegni di lavoro nell'azienda. "Come associazione abbiamo realizzato, ma non ancora completato, l'arredo della passeggiata al molo sud del porto di Giulianova e ci accingiamo a presentare il preventivo al comune per abbellire la gradinata che sale alla Madonna dello Splendore. Inoltre abbiamo avviato un'interlocuzione interessante con il comune di Teramo". Nel concedarci Peppino mi ricorda che ...."La precisione nella manifattura e la puntualità nelle consegne è una nostra caratteristica e per questo motivo abbiamo molti clienti in tutta Italia ma anche in Svizzera, in America e in Slovenia con una varietà di prodotti che vanno dagli arredi esterni ed esterni all'oggettistica d'uso e da regalo, alle bomboniere e molto altro. Non ho più l'età per ingrandire l'azienda ma se fossi alle prime armi non avrei timore a guardare con più ambizione al futuro. Lo dico solo come buon auspicio per chi verrà dopo di noi".  

Dall'artigianato all'arte il passo è breve a Castelli.

Dietro la chiesa dedicata a San Rocco, all'ingresso del paese, una lunga scalinata conduce al Museo delle ceramiche. Il portone chiuso e l'assenza all'esterno di informazioni sulla sua fruizione non è rassicurante.


Dopo la recente scomparsa del Presidente Giovanni  Giacomini si è in attesa di una nuova nomina per assicurare la guida del Museo in sintonia, si dice, con il rilancio complessivo dell'immagine di Castelli. Almeno questo è il convincimento comune..."occorre scegliere una figura dinamica e competente della materia per esaltarne il valore" afferma l'artista Nino Di Simone intento a lavorare nel suo atelier, a due passi dal museo. Un saluto veloce e qualche accenno alle sue recenti creazioni ispirate a Dante e poi  via verso l'Istituto d'arte, balzato agli onori della cronaca nelle scorse festività natalizie per il presepe monumentale esposto in Piazza San Pietro a Roma.

 

               Il vecchio Istituto d'Arte trasformato in Liceo artistico di Castelli

"Il preside è appema andato via" mi dicono in segreteria "se vuole può parlare con il vicepreside, il professore  Marcello Mancini". Il colloquio si svolge passeggiando nell'atrio e poi all'esterno dell'Istituto con una serie di distinguo sulle attuali funzioni e indirizzi programmatici della scuola. Più in là  noto studenti  e studentesse in camice bianco che modellano le loro creazioni mostrando una fresca immagine di futuro. "Adeguando contenuti e metodologie, innovando attraverso la tecnologia, coltivando individualmente i talenti, praticando la tolleranza ed il rispetto per la persona, leggendo la tradizione" sottolinea Mancini  "l’Istituto ha costantemente raggiunto gli obiettivi istituzionali che hanno fatto crescere tanti giovani come uomini e professionisti. Che in sostanza significa educare all’arte, sperimentare la tecnologia ceramica per la produzione di nuovi e sempre più qualificati standard artistici e produttivi, coniugare il gusto e l'abilità nel lavoro tradizionale con la continua ricerca figurativa". 

L'Istituto d’arte per la Ceramica “F. A. Grue“ è tra le più antiche scuole della Regione Abruzzo, avendo compiuto nel 2006 i suoi primi cento anni di storia. Istituito nel 1906 come “Scuola d’Arte applicata alla Ceramica, con l’intento di dare continuità alla tradizione artistica ed artigianale di Castelli, si è trasformata nel 1961 in Istituto Statale d’Arte per la Ceramica, ricoprendo sempre un ruolo di riferimento nella vita sociale, commerciale e culturale della cittadina castellana e del territorio abruzzese. Con la riforma dell’istruzione artistica del 2010 l’istituto è divenuto Liceo Artistico per il Design.


Il “Presepe monumentale” 

Come ormai viene comunemente chiamato questo complesso scultoreo entrato a buon diritto nella storia della ceramica castellana, è esposto ed è visitabile in appositi locali presso l’Istituto Statale d’Arte “F.A. Grue” di Castelli.
Il “Presepe Monumentale” è opera dello stesso Istituto, che nel decennio 1965-1975 organizzò la
sua attività didattica attorno al tema natalizio e produsse, con mirabile intesa di allievi e professori,
le 54 statue offerte oggi alla suggestione del visitatore. Artefici ispiratori furono Serafino Mattucci, allora direttore e animatore dell’Istituto, i professori Gianfranco Trucchia e Roberto Bentini. Corale ed entusiasta fu la partecipazione attiva degli alunni e di tutto il personale tecnico della Scuola.
Oltre che a Castelli, dove la prima esposizione avvenne sul sagrato della Chiesa Madre nel dicembre del 1965, il Presepe nel Natale del 1970 fu esposto ai mercati di Traiano a Roma e
qualche anno dopo, per circa tre mesi, a Gerusalemme, Betlemme e Tel Aviv.


                     La “Raccolta Internazionale d’Arte Ceramica Contemporanea” 

Adiacente al Liceo artistico di Castelli la rassegna ha un taglio fenomenologico del tutto aperto e spazia dall’ambito della sperimentazione propriamente plastica all’ambito dell’oggettistica.
Istituita nel 1986 oggi costituisce una vera e propria vetrina a tutto campo sul mondo della ceramica, grazie all'esposizione di 500 opere di 350 artisti provenienti da 50 nazioni diverse. La Raccolta ha ottenuto il riconoscimento di Museo Regionale ed è visitabile durante l’orario scolastico oppure previo appuntamento attraverso la segreteria dell'Istituto.  ( Ulteriori approfondimenti e interviste sulla realtà castellana saranno pubblicati prossimamente)

 Le immagini di questo servizo sono dell'autore -r.v-.
 

Commenti

Post popolari in questo blog

Finalmente si parte con la ristrutturazione della Stazione Ferroviaria di Teramo. L'Impresa D'Adiutorio di Montorio al Vomano si aggiudica l'appalto da 23 milioni di euro

Il McDonald's arriva a Teramo culla delle virtù gastronomiche. Entro il 2023 la struttura sarà realizzata sopra il parcheggio San Francesco

CHORUS NOVUS diretto da Paolo Speca nell'Aula Magna dell'Ateneo interpreta magistralmente "La Buona Novella" di Fabrizio De Andrè