L'aria che tira ai Prati di Tivo






Arrivo alle undici meno un quarto sul  Piazzale Amorocchi senza incontrare anima viva. Il Sole è alto e luminoso sopra le chiazze di neve residua intorno alle cime di un Gran Sasso ventoso.  Scendo dall'auto in maniche di camicia ma l'aria è pungente, quasi toglie il respiro. Nonostante i brividi di freddo inaspettao resto immobile con un piede dentro e l'altro fuori  l'abitacolo a rimirare la bellezza del paesaggio roccioso avvolto da una lussureggiante vegetazione boschiva. Ogni volta è un'emozione nuova in mezzo a quegli alberi secolari che raccontano storie e imprese leggendarie di grande alpinismo come pure di successi e declini di una delle stazioni turistiche più ricercate dell'Abruzzo montano.  Con uno scatto all'indietro apro il portabagagli in cerca del giaccone per rimettermi in ordine con la temperatura corporea.  Inizio a camminare in cerca di un bar aperto per ritemprarmi con un buon caffè caldo.
La cabinovia è chiusa anche  il giorno dopo l'aggiudicazione della gara per la gestione degli impianti di risalita, riaffidata com'è noto alla società Finori srl, unica partecipante al bando. Eppure il disagio in mezzzo a quella piazza vuota è sconcertante in questi giorni di libera circolazione in zona gialla e in vista della riapertura delle attività economiche del turismo preannunciate dal governo per il 15 maggio prossimo.
"Speriamo che prevalga il buon senso una volta per tutte", mi dice con tono serafico Antonio Riccioni che catturo mentre esce dal suo ristorante con telefono e foglietti volanti di appunti e prenotazioni. "Intanto molto dipende dalla riapertura della cabinovia, che si mettano da parte i problemi personali e si consenta al territorio di esprimersi. Che significa un buon lavoro per noi operatori e, soprattutto, un eccellente servizio per la clientela affezionata ma disorientata dall'incertezza. Senza dimenticare le oppotunità di lavoro per giovani disoccupati".  Una folata di vento interrompe la nostra conversazione mentre Antonio corre dietro ai foglietti volati via sotto i tavoli e le poltroncine di legno rustico del solarium naturale di fronte al maestoso massiccio più alto dell'Appennino. "Ero incerto questa mattina se aprire bottega con questo vento. Ma come si fa...se poi arriva qualcuno e trova chiuso?" Sempre in movimento Antonio e pieno di inventiva nel promuovere eventi. Tanto per cominciare ha organizzato per il prossimo 9 maggiio la pulizia del bosco che dirada dal Piazzale al Rifugio delle guide e poi colazione e musica d'autore per tutti i partecipanti con il giovane chitarrisa di jazz Antonio Cupaiolo. 

Ci salutiamo con i migliori auspici mentre una musica a tutto volume, inframezzata dal rumore del vento, arriva dall'altro lato della piazza. Mi sembra di ascoltare la voce di  Billie Holiday che mi guida in direzione della Cantina dell'Orso. La porta è aperta e la musica si fa più intensa. "Buongiorno. Come va?" chiedo ad una giovane signora intenta ad allestire i tavoli con cura. "Siamo in attesa di offrire quello che meglio sappiamo fare nell'accogliere i turisti. Aiutarli a scoprire la nostra natura incontaminata e bellissima" dice Valeria che incontro per la prima volta ai Prati di Tivo. Restiamo a parlare sull'uscio ben protetti dalle mascherine, sempre con il sottofondo musicale che alleggerisce i toni ma le preoccupazioni non si allentano. Il ritornello e sempre lo stesso. Se la cabinovia non riparte, se tra i vari enti (Provincia, gestore e amministrazione separata degli usi civici) non si trova un punto d'incontro il sistema turistico non funziona.


Valeria non ha dubbi sulla necessità di predisporre un'offerta turistica commisurata ai gusti e alle tendenze del mercato che non sono solo quelle legate alla neve. "La stazione è funzionante quando tutti i servizi vengono erogati con regolarità ed efficenza e ognuno di noi fa bene la propria parte. Tutto l'indotto che si anima dietro la prenotazione della vacanza ai Prati, dalle escursioni all'alpinismo alla buona cucina, deve vivere in ogni stagione dell'anno". 

Per restare in tema atmosferico: questa è l'aria che tira nella nostra meravigliosa montagna e le ricorrenti turbolenze cozzano con l' impellente necessità di ricreare un tessuto produttivo altamente competitivo attraverso il prezioso capitale che la natura prodiga ci mette a disposizione. Fa bene alla montagna che si rianima, giova al buon nome dell'intera comunità aprutina. Arrivederci alla prossima tappa.   ma.ma.

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