Dalla Legge Quadro sui Parchi Italiani all'acqua del Gran Sasso contaminata
Scrivo oggi di un anniversario importante.
Con un’azione decisa e alternativa al vecchio modello di sviluppo che aveva decretato lo spopolamento e la fine di preziose economie di montagna, iniziava l’opera di “evangelizzazione ambientalista” in cui si confrontavano le diverse anime politiche e ideologiche in una regione con la maggiore superficie sottoposta a vincoli, tutelata e amministrata attraverso i parchi. “Istituire e organizzare un Parco Nazionale è cosa tutt’altro che semplice”, scriveva Rossi presentando il suo rendiconto di gestione 2001. “Specialmente in un’area in cui sono presenti insopprimibili interessi umani da armonizzare e integrare con quelli della natura”. Tanti bei valori del vivere civile dentro la bellezza dei luoghi che oggi, a ventotto anni da quella grande intuizione normativa, rischiano di frantumarsi di fronte ai cambiamenti climatici, ai dissesti idrogeologici, al consumo forsennato dei suoli con alto tasso di inquinamento ambientale. Come la preziosa riserva acquifera del Gran Sasso d'Italia minacciata da oltre un decennio. Sarà un caso che la tanto annunciata nomina del Commissario di Governo con tanto di dotazione finanziaria per la rapida messa in sicurezza dell'acqua sia scomparsa dall'agenda politica nazionale e regionale?
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