Giovanni Legnini, oltre il P D di D'Alfonso


L'ex Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini entra nel vivo della campagna elettorale incontrando domani a Pescara gran parte dei sindaci abruzzesi che lo sosterranno nell'impresa di candidatura al governo della Regione Abruzzo.Lo ha comunicato con una lettera a loro indirizzata accentuando la volontà di ascoltarli e condividerne l'impegno nella risoluzione dei problemi e dei bisogni del territorio. In tal senso intende aprire un'esaltante stagione di riforme tangibili, reali in ogni settore della vita pubblica ..." della nostra amata Regione". E' questo sostanzialmente il filo conduttore dei suoi ragionamenti politici che trae dal passato la linfa genuina, trasparente e propulsiva per guardare oltre il PD di Luciano D'Alfonso e di Tommaso Ginoble. E' arrivato l'altra sera nella sala del Consiglio Provinciale di Teramo all'improvviso. Si è seduto in rispettoso silenzio nei confronti dei presenti convenuti in ricordo del compianto Ernino D'Agostino a cui ha indirizzato sentimenti di sincera amicizia risalenti agli anni giovanili quando egli frequentava gli studi universitari nella facoltà di Giurisprudenza dell'Ateneo teramano. Senza un filo di retorica e senza indulgere in discorsi strumentalmente preelettorali. Non è poco in questi tempi confusi di politiche raffazzonate per carpire consenso a buon mercato. Da questo punto di vista Giovanni Legnini è uomo di spessore come dimostra la sua carriera nelle massime espressioni politiche ed istituzionali dello Stato. Quando afferma di amare la sua terra d'Abruzzo da Roccamontepiano, suo paese natio, a Teramo, egli è profondamente sincero anteponendo il pensiero collettivo alle anguste visioni personalistiche della politica. Era così quando esercitava la professione di avvocato a Chieti prima che diventasse vicepresidente del CSM e quando, con stile anglosassone e disciplina di partito, lasciasse via libera a Luciano D'Alfonso di candidarsi alla regione dopo il governatorato di Gianni Chiodi. Comunque sia è uomo di parola Giovanni Legnini. Coerente e determinato, paziente e lungimirante come si addice ad un capitano di lungo corso nella politica italiana che guarda oltre l'orizzonte con occhio attento al particolare che lo circonda ma senza mai trascendere nelle polemiche personali da cui il suo partito, oggi, non è affatto al riparo.  Non a caso in quella sala della provincia egli ha espresso belle parole di compiacimento nei confronti del sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto e della sua giunta quale esempio esportabile di buon governo oltre gli steccati ideologici e comportamentali d'altri tempi. Non è affatto un caso che sia tornato martedì sera in quella sala del Consiglio Provinciale dove nel 2007  Giovanni Legnini, allora sottosegretario al Ministero dell'Economia e referente della legge finanziaria insieme alla Direzione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga furono ufficialmente invitati dal Presidente Ernino D'Agostino  per aver concorso con successo alla stabilizzazione dei lavoratori precari dell'Ente. Fu quello un esempio di buona pratica della politica nelle istituzioni  per esaltare, precisò Legnini, le funzioni di tutela ambientale e occupazionali di due enti territoriali di primaria importanza. Lo sa bene Renzo Di Sabatino che della Provincia è stato rigoroso e stimato Presidente e che si appresta ora, da segretario regionale del PD, a impostare la strategia della campagna elettorale del candidato Presidente Giovanni Legnini. Non sarà certamente una passeggiata tranquilla specie se nel teramano il partito democratico resta incagliato nella rete smagliata dell'Acquedotto del Ruzzo, se si accapiglia e perde la Presidenza della Provincia di Teramo, se l'aria non si rasserena a Corso De' Michetti....       ma.ma.

 Pubblicato anche sul quotidiano La Città di ieri 
 

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