Storie aprutine e lotte per il lavoro nascoste fra i rovi
"Sotto l'egida dello scudo crociato
per volontà e opera del popolo
col concorso dell'Amministrazione comunale
degli Ospedali e Istituti riuniti
e di Lucenti Vittorio
memore della terra natia
dalla lontana America
questo pubblico lavatoio
sorse nel 1955 "
Un' epigrafe di notevole suggestività storica e politica che presto entrarà nella collezione dei cimeli di quei valori popolari e di massa soppiantati dal populismo imperante. Pensavo di catalogare nel mio archivio fotografico questo documento, quasi esclusivo. L'idea di condividerlo con i lettori me l'ha suggerita indirettamente un caro amico il quale, giorni fà, mi ha inviato una foto dal significato simbolico altrettanto interessante. Ne è venuta fuori una piccola ricerca che voglio raccontarvi con le parole di Lucio Nallira, montoriese di razza, uno degli ultimi testimoni della sinistra socialista e comunista che animarono un tempo, con slancio e passione ideale, la vita politica locale.
A Montorio al Vomano una rossa falce e martello si nasconde fra i rovi delle mura fluviali del comune dove memorabili furono le lotte del Vomano definite una delle pagine più importanti e interessanti del sindacalismo della Provincia di Teramo.
" La grande falce e martello fu realizzata
intorno al 1948 dal giovane fabbro Bruno Di Donatantonio con la collaborazione
del fratello Lenin e alcuni attivisti
della locale sezione del Partito Comunista, tra cui Walter Santarelli "
Quale messaggio racchiudeva quel simbolo? " Si decise di realizzarla nell'immediato dopoguerra , continua a raccontare Lucio Nallira, in un periodo di grande confronto politico tra Partito Comunista e Democrazia Cristiana alla vigilia delle elezioni amministrative in cui comunisti e socialisti si presentarono uniti per fronteggiare i democristiani. Dovete sapere che all'epoca i due partiti di sinistra avevano simboli quasi identici: il PCI racchiudeva nel simbolo falce, martello e stella mentre in quello del PSI falce e martello poggiavano su un libro aperto". In tanti, però, ricordano che all'inizio l'opera realizzata in ferro non era affissa sul muraglione del fiume Vomano ma per diversi anni, il 30 aprile, veniva portata sulla sommità del Colle di Montorio, più o meno dove oggi c'è la grande croce luminosa issata a suo tempo da Don Nicola. Dunque un punto ben visibile da qualunque parte del paese. "Il tutto grazie alla disponibilità e alla tenacia di un attivista comunista", precisa Lucio Nallira, "che veniva da fuori Montorio ma lavorava nelle centrali della Società TERNI, il quale provvedeva ad illuminarla con potentissimi fari". Il rosso brillante del simbolo campeggiava sopra l'abitato per i festeggiamenti del 1° maggio e restava issato fino al 3 di maggio ad ornamento di iniziative che radunavano una grande folla di lavoratori e attivisti dei partiti di sinistra. Da sotto la gigantesca falce e martello partiva il corteo che attraversava Montorio per le sue stradine inneggiando canti delle lotte sindacali e della tradizione della sinistra italiana e internazionale. Lucio Nallira canticchia una canzone di quei momenti intensi dedicati alle lotte per il lavoro ispirata all'aria di "Va Pensiero" di Giuseppe Verdi. Finita la festa dei lavoratori il simbolo veniva riposto in un magazzino fino al 30 aprile successivo. Un rito che continuò fino alla fine degli anni '50. Poi la falce e martello prese la via dell'oblio fino a quando Serafino Di Donatantonio e il padre Angelo, fabbro e maniscalco, si presero cura della manutenzione periodica del simbolo mettendolo in bella mostra sopra il muraglione della loro abitazione attigua al Convento degli Zoccolanti che si affacciava sul fiume Vomano. Per diversi anni la falce e il martello venivano riverniciate di rosso tanto da ammirarla dal nuovo ponte della variante della Strada Statale 80...."ed io stesso, allora bambino, ne ho un ricordo molto nitido", conclude con profonda nostalgia, Lucio Nallira.
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