Ritrovarsi nell'Oasi dei Calanchi di Atri fra passato e futuro


L'estate, nella mentalità tutta tipica italiana, è associata alle vacanze. Si va da soli o in gruppo al mare o in montagna, in moto o in camper, in treno o in aereo ma, alla fine, più semplicemente, si torna sempre a far tappa fra le proprie radici.  A inseguire le  tracce dei nostri sogni più belli o delle nostre avventure adolescenziali. Accantonati nella mente ma mai dimenticati, essi rispuntano quasi integri e si intromettono d'autorità se ti lasci guidare piacevolmente.
Mi è accaduto giorni fa di partire alla volta di Atri sospinto da una foto scattata con la mia prima fotocamera al mio bellissimo pastore tedesco. Si chiamava Giap con doti di  destrezza e di intelligenza straordinari.
A quell'epoca uno dei nostri sport preferiti era il saliscendi dei calanchi da direzioni diverse per andare alla scoperta di una natura di particolare biodiversità  e a volte anche insidiosa, dopo ore ed ore di svago e di fatica. Si iniziava la discesa in cammino orizzontale, si procedeva a zig zag con passi rapidi per non scivolare su quelle gigantesche Unghiate del Diavolo, argillose e polverose. Da questo punto di vista l'itinerario preferito era quello che dal Colle della Giustizia scende a valle per cespugli e costoni friabili fino al torrente Piomba. Da quel colle l'abitato di Atri si mostra con i suoi antichi campanili che ne delinano i punti più importanti del centro cittadino. Non c'erano case allora, intorno a quel colle, e a noi ragazzi quel luogo attraeva molto suscitando curiosità e mistero. Vi sono arrivato con questa immagine del passato convinto di riprovare le medesime sensazioni. Ora, invece, le abitazioni abbondano in disarmonica armonia con un attivo presidio naturalistico affiancato al colle. Proprio dalla parte in cui scendevamo io e il mio fido accompagnatore. In tarda mattinata, sotto il sole rovente, entro per la prima volta nel Centro visite della Rriserva Naturale Regionale Oasi WWF dei calanchi di Atri mentre una giovane coppia di turisti con cane e zaino in spalla è già in cammino su quel vecchio sentiero che porta a valle. Vorrei salutare il direttore dell'Oasi ma il custode mi avverte che l'amico Adriano De Ascentiis arriverà nel tardo pomeriggio per intrattenere i visitatori del centro visite con degustazioni di pietanze e vini autoctoni e narrazioni avvincenti del "suo" territorio,  protetto con passione e competenza. Ringrazio e chiedo qualche istante di attesa per fotografare quel meraviglioso paesaggio collinare oltre il quale la vista spazia  fino alle cime del nostro grande parco nazionale del Gran Sasso. "Fai pure con calma, Marcello" ..."Scusa, ma tu chi sei, ci conosciamo?"..E via con ricordi e altre belle storie di natura, cultura e persone un pò fuori del comune. A chi intendesse organizzare da quelle parti un'entusiasmante escursione spero di aver fornito qualche utile suggerimento per mettersi, comunque, in mani sicure sotto la guida degli accompagnatori esperti della Riserva naturale dell'Oasi dei Calanchi di Atri.








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