Legnini con il vento in poppa alla Marina di Pescara

Il capiente capannone della Camera di Commercio antistante il porto turistico di Pescara era traboccante di popolo del centrosinistra abruzzese in cerca di un approdo sicuro dopo gli uragani elettorali del 4 marzo scorso. Erano tutti convenuti lì ieri mattina provenienti da ogni angolo dell'Abruzzo per ascoltare il "discorso" di Giovanni Legnini che avrebbe sciolto ufficialmente la riserva sulla sua candidatura alla Regione. In verità l'ex vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura aveva convocato i cento sessantadue sindaci che nelle scorse settimane avevano manifestato con chiarezza di intenti elettorali e di agognati contenuti politico programmatici l'alto gradimento per la sua candidatura. E lo hanno ribadito ad alta voce con enfasi ed emozione dopo aver ascoltato il loro leader istituzionale che del partito democratico abruzzese intende prendere il meglio che ha saputo esprimere in questi anni. Un patrimonio importante, ha specificato Legnini, ma che deve necessariamente essere coniugato con altrettante esperienze amministrative, culturali ed economiche maturate sotto altri auspici di conoscenza dei territori e di visione politica.
Un passaggio fondamentale, indispensabile per rendere l'Abruzzo altamente competitivo con  uno sviluppo sostenibile che gli deriva dalla sua storia di regione verde d'Europa contrassegnata da un lavoro di tutela e conservazione encomiabili. Mentre i sindaci di Città Sant'Angelo, di Pineto, di Pianella e di Tollo, di Barisciano  e di Roccamontepiano si susseguivano sul palco confermando la piena disponibilità a correre per vincere a fianco di Giovanni Legnini, in piedi o seduti scorrevano i volti di pezzi di storia politica abruzzese presenti in onore al candidato presidente, gioiosi di condividere la sfida con tanti altri giovani di fresco entusiasmo che movimenteranno dopo le feste natalizie una campagna elettorale all'insegna dell'ascolto e della partecipazione diretta con i cittadini dell'Abruzzo. Tutti al lavoro dunque  per
Giovanni il Presidente....."chi viene eletto in una democrazia rappresentativa come avviene per l'ente regione non è un governatore. Per quanto mi riguarda si chiama  e si chiamerà Presidente!".  Tanto per partire con il piede giusto.  m.m.






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