Grande partecipazione per la presentazione alla "Delfico" del libro di Lucio De Sanctis " Dal diario di un soccorritore di montagna"
Altre Note di
Marcello Maranella
Fino ad esaurimento posti avvertiva in calce la locandina di presentazione del libro di Lucio De Sanctis "Diario di un soccorritore di montagna". E così è stato, oltre ogni previsione. Alle 18 in punto di venerdì pomeriggio non solo i posti a sedere ma anche gli spazi circostanti erano presidiati da una folla ordinata in attesa di ascoltare l'autore e gli ospiti presenti: da Vassili Bosi, capo stazione S.A.S.A a Teramo, Giorgio D'Egidio, presidente C.A.I di Teramo, l'alpinista ascolano Alberico Alesi, il rifugista gestore del Franchetti Luca Mazzoleni e il giornalista Stefano Ardito in veste di moderatore dell'evento.
Evidentemente non si sbagliava l'editore e promotore dell'iniziativa Giacinto Damiani .
Se ne stava visibilmente soddisfatto davanti al suo banchetto colmo di libri all'ingresso della corte della Biblioteca Delfico piena come un uovo con un parterre di protagonisti delle gesta alpinistiche sul Gran Sasso come Pasquale Iannetti, Fernando Di Fabrizio autore, tra l'altro, del bel docufilm "La Maglia Rossa sulla parete nord del Camicia" e il fotografo naturalista Roberto Mazzagatti. Una conferma ulteriore del buon lavoro editoriale della casa editrice teramana Ricerche e Redazioni di Giacinto Damiani e Barbara Marramà che proprio quest'anno ha raggiunto il prestigioso traguardo del trentesimo anniversario di attività.
Se ne stava visibilmente soddisfatto davanti al suo banchetto colmo di libri all'ingresso della corte della Biblioteca Delfico piena come un uovo con un parterre di protagonisti delle gesta alpinistiche sul Gran Sasso come Pasquale Iannetti, Fernando Di Fabrizio autore, tra l'altro, del bel docufilm "La Maglia Rossa sulla parete nord del Camicia" e il fotografo naturalista Roberto Mazzagatti. Una conferma ulteriore del buon lavoro editoriale della casa editrice teramana Ricerche e Redazioni di Giacinto Damiani e Barbara Marramà che proprio quest'anno ha raggiunto il prestigioso traguardo del trentesimo anniversario di attività.
Il libro di Lucio De Sanctis è infatti l'ottavo titolo della collana "Duemilanovecentododici" diretta da Stefano Ardito e dedicata alle storie e alla cultura di montagna. Un tema quasi inedito per l'Abruzzo quello del Soccorso alpino, di estremo interesse e di grande attualità sul quale è alta l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica.
Non a caso l'atmosfera alla Delfico era quella delle grandi occasioni. Quelle dense di sorrisi, abbracci, strette di mano, insieme al piacere di rivedersi, di ricordare passate avventure condivise, di salutare con rispetto e stima il prezioso impegno di chi, per passione o per professione, ci ha fatto sognare di essere tutti alpinisti, scalatori, soccorritori instancabili. Stefano Ardito non ha esitato in apertura dell'incontro nel chiedere alla folta platea un minuto di raccoglimento in ricordo degli alpinisti colpiti dalla tragica sorte sulle montagne imalaiane del Nepal, tra cui il biologo nostro conterraneo Marco Di Marcello. Quando Lucio De Sanctis ha preso la parola non ha nascosto l'emozione quale testimone diretto tra gli anni settanta e ottanta di tante altre situazioni vissute sul Gran Sasso e sui Monti della Laga come Soccorritore del Corpo Nazionale Soccorso Alpino.
Una scelta di vita importante quella di mettere al servizio degli altri passione e competenza con l'unico vero obiettivo di alleviare ansia e sofferenza a chi rimane intrappolato per svariati motivi fra le nostre meravigliose montagne. Si tratta di un impegno di notevole responsabilità che richiede preparazione e formazione continua in relazione ai comportamenti non sempre consoni da parte di chi si avventura sulle alte vette sempre più esposte ai repentini cambiamenti climatici.
Nel suo breve ma esaustivo intervento Lucio ha raccontato il senso del libro ispirato alla sua esperienza ventennale complessa e irripetibile. Una sorta di diario di bordo tra avventure pericolose ma anche in mezzo a storie di varia e toccante umanità indirizzando un rispettoso omaggio alla memoria del mitico alpinista e abile sciatore teramano Tonino Marramà, punto di riferimento dello sport in montagna. Un racconto senza fronzoli retorici, assolutamente privo di note autoreferenziali pronunciato dinanzi ad un pubblico attento che ha ricambiato con uno scrosciante applauso.






Complimenti a Lucio grande persona umile razionale empatico sono contento che una persona come lui è riuscito a posare una piccola pietra miliare nella letteratura Abbruzzese.
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