Chiude i battenti la mostra "Sono tutta negli occhi. Sebastiana Papa Fotografa (1932-2002)". Lo storico della fotografia Michele Smargiassi apre nuovi orizzonti sull'opera di una delle fotografe più incisive del '900

di Marcello Maranella

L'alta affluenza dei visitatori, la pregnanza dei commenti  impressi sulle  pagine bianche dei registri attestanti quasi tremila presenze nelle sale espositive de L'Arca di Teramo, danno la misura della forza attrattiva della personalità della grande fotografa teramana. Abbiamo infatti assistito in questi mesi di conoscenza e di riflessione al disvelarsi di mondi lontani e sconosciuti, popolati da umanità infinite raggiunte e raccontate da Sebastiana Papa. Nomade e monade, laica e spiritualista l'ha definita ieri sera il giornalista di Repubblica e storico della fotografia Michele Smargiassi riferendosi alla profondità d'animo dell'artista nel comunicarci la realtà delle cose che scopre nella solitudine dei suoi viaggi  "capace di vedere la bellezza senza la necessità di spiegarla per capirla"

Nata a Teramo nel 1932, Sebastiana Papa inizia la sua attività di fotografa collaborando con diverse testate giornalistiche italiane e straniere. A partire dagli anni Sessanta realizza reportage fotografici spostandosi da un continente all'altro: dall' Europa, all'Africa, dagli Stati Uniti al  Sudamerica all'Asia. Presenta i suoi lavori in numerose esposizioni, in Italia e all'estero, ed è autrice di ventidue volumi dedicati ai suoi progetti fotografici. Si stabilisce definitivamente a Roma dove vivrà fino alla morte avvenuta nel 2022. Il suo archivio è stato donato dagli eredi all'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, che ha pubblicato il volume "La Repubblica delle donne", dedicato al lavoro sul mondo monastico femminile nei diversi culti religiosi, rimasto inedito fino alla morte della fotografa. 

La Città di Teramo le ha reso omaggio  con una mostra antologica costituita da 130 fotografie selezionate all’interno del Fondo Papa dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, incluso un provino di rare immagini della stessa Sebastiana realizzate da Calogero Cascio. Intorno all'evento, promosso congiuntamente dall’Università degli Studi di Teramo (Dipartimento di Scienze della Comunicazione), del Comune di Teramo e di Bambun aps, realizzata grazie alla collaborazione dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (Ministero della Cultura), si sono registrati testimonianze e incontri con studiosi e studenti delle scuole e dell’università. Al termine dell’esposizione teramana, la mostra proseguirà con altri appuntamenti in altre città italiane. Nel frattempo si fa strada l'idea di intitolare una via del capoluogo a Sebastiana Papa ricordando i suoi natali a Teramo, in via della Banca, fidando naturalmente sul parere favorevole della commissione toponomastica del Comune di Teramo.

Si chiude così un bellissimo riconoscimento ad una delle fotografe più rappresentative del Novecento. "Musica per Sebastiana" con musiche di W.A. Mozart, Sonata per violino e pianoforte eseguita da Lorenzo Di Giuseppe, violino e Flavia Chiccirichi, pianoforte, assistiti dalla docente del Conservatorio Braga Alba Riccioni è stato l'omaggio musicale di sabato pomeriggio alla presenza del Rettore UniTe Dino Mastrocola, di Cristian Corsi , Direttore Dipartimento di Scienze della Comunicazione, e dell'Assessore alla cultura Antonio Filipponi.

E' seguito presso L'Arca l'incontro con Michele Smargiassi, giornalista (La Repubblica), scrittore, storico della fotografia in dialogo con Gabriele D'Autilia e Gianfranco Spitilli dell'Università di Teramo, curatori della mostra, con la partecipazione della giornalista Ella Baffoni e il coordinamento di Anna Fusaro.

foto del servizio di Marcello Maranella

foto di Sebastiana Papa  è di Calogero Cascio

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