"Conoscere, Comunicare, Cooperare”. A Isola del Gran Sasso interessante Progetto di integrazione e di inserimento lavorativo del popolo ucraino

In questi giorni in cui la guerra sembra essere la sola protagonista dell’attualità, un fiore di speranza sembra
germogliare nella nostra montagna teramana, a riprova che un sogno di pace è possibile e una collaborazione tra enti, associazioni e realtà diverse può costruire una concreta integrazione tra popoli e culture differenti.
È con questa ottica che nasce il “Progetto C.C.C- Conoscere, Comunicare, Cooperare” promosso dall’Associazione Salam e prende vita dal programma di accoglienza del Dipartimento Nazionale di
Protezione Civile col patrocinio e il finanziamento del Comune di Isola, dell’Università di Teramo e dell’Ente Parco Gran Sasso e Monti della Laga.
“Conoscere, Comunicare, Cooperare” è rivolto ai molti cittadini ucraini ospitati nel comune di Isola del Gran
Sasso tramite il Circolo ARCI Roshanak e prevede un percorso di formazione, coordinato dalla professoressa Fiammetta Ricci, articolato in moduli teorici, pratico applicativi e di interazione che hanno lo scopo di valorizzare, potenziare o riqualificare le loro capacità, abilità, e motivazioni e facilitarne l’integrazione e
l’inserimento sociale nel contesto locale e nazionale. Questo con l’intenzione, non solo di accogliere il popolo ucraino stanziato nel nostro paese, ma recepire anche i loro bisogni e le speranze future, con una speciale attenzione alle donne, madri, figlie e mogli che hanno lasciato mariti e affetti nel loro paese in guerra.

Le lezioni si svolgono nella sede dell’Associazione Salam di Isola del Gran Sasso e comprendono un
programma estremamente ricco ed eterogeneo: un corso intensivo di lingua e cultura italiana;
empowerment individuale e collettivo; elementi di diritto del lavoro e tutela sindacale; corsi di
comprensione della Costituzione italiana e istituzioni; prevenzione e contrasto allo sfruttamento e alla
violenza intra-famigliare (in collaborazione con il Centro antiviolenza La Fenice); conoscenza del territorio abruzzese montano; insediamento antropico; coltivazione e giardinaggio; corso di cucina italiana; primo intervento di pronto soccorso ed elementi di assistenza domiciliare, oltre ad attività ludiche e ricreative in
collaborazione con altre associazioni locali.
Tutto ciò al fine di facilitare l’integrazione e tentare insieme di dare un senso a questi mesi di esilio forzato
nell’attesa della possibilità di un ritorno nel loro paese da parte delle donne e dei bambini ucraini. A questi
ultimi, il progetto mira a dare una formazione che possa essere un seme di speranza da riportare presto a casa.


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