La Biblioteca Delfico da gioiello monumentale a moderno presidio culturale dell'innovazione digitale. Intervista a Dimitri Bosi

 testo e foto

di Marcello Maranella


Quando di prima mattina varco il portone della Biblioteca Melchiorre Delfico comincio a rinascere dentro quelle mura protettive dal caldo soffocante che incombe sulla città deserta e silente. E' come trovarsi in un'altra dimensione il cui effetto refrigerante agevola la percezione dell'imponente monumentalità del luogo, ubicato al centro di Teramo, in cui sono custoditi tesori e saperi dell'antica civiltà aprutina. Una dimora ambita. Unica nel panorama bibliotecario abruzzese. Un bene comune di alto profilo storico antropologico che, però, stenta ad entrare in sintonia con i linguaggi, le tendenze e le innovazioni della contemporaneità.  L'impressione che se ne ricava è che dopo il passaggio di gestione dalla Provincia di Teramo alla Regione Abruzzo, deciso nel 2017, la gloriosa struttura finisca relegata nella mera funzione distributrice di volumi rinunciando al ruolo ben più attrattivo di punto di riferimento di dinamismo culturale sempre più inclusivo. E' questa la prima riflessione che pongo all'attenzione di Dimitri Bosi, bibliotecario di lungo corso che dal primo ottobre 2021 ricopre l'incarico di responsabile dell'Ufficio Cultura e della Biblioteca di Teramo.

Come ci si sente alla guida di una delle più importanti istituzioni culturali abruzzesi?  In che misura gli enti di riferimento regionali e comunali pensi siano disposti ad investire per una effettiva modernizzazione della Delfico? 

"Le strutture come la biblioteca, i musei, gli archivi sono siti che oggi più rapidamente devono reinventarsi, non solo alla luce della pandemia che li ha costretti a restare chiusi generando disaffezione e mancanza di frequentazione. Vi è poi la necessità di saper padroneggiare gli strumenti della rivoluzione digitale che implica tutta la smaterializzazione del nostro patrimonio culturale. Dal mio punto di vista finora i musei hanno svolto meglio questo ruolo. Le istituzioni più in crisi a livello nazionale e internazionale sono sicuramente le biblioteche. Non a caso in autunno, a Milano, si riuniranno gli stati generali delle biblioteche in cui si tenterà di fare il punto su come uscire prima possibile da questo stallo". 

In Abruzzo che aria tira?

"Non va sottaciuto che la situazione abruzzese è fra le più arretrate: parlo di una condizione peggiorata da un'assenza delle istituzioni e da una disaffezione complessiva che investe tutto il mondo delle biblioteche. Secondo recenti dati statistici dell'Istat e di altri istituti preposti si rileva che la frequentazione nelle biblioteche è scesa dal 15 al 7 per cento". 

Sarà forse per via della regionalizzazione? Che nel caso di Teramo, ricordiamolo, fu suggellata con gran risalto mediatico proprio in via Delfico dal Presidente della Provincia Renzo Di Sabatino alla presenza del governatore Luciano D'Alfonso e del suo vice Giovanni Lolli. 

"Va innanzi tutto precisato che oltre alle quattro biblioteche provinciali molte altre strutture cosiddette minori sono state trasferite alla regione Abruzzo a cui va dato merito di averle salvate dalla deriva della cosiddetta "riforma" Del Rio, però poi non le ha curate, a partire dall'aggiornamento del personale". 

 Quindi era meglio... non lasciare la strada vecchia per la nuova? 

"Mi permetto di dire che nella novella che negli ultimi cinque sei anni si è raccontata in giro  dopo il fatidico passaggio, la regione è stata sempre accusata di immobilismo. In parte è vero ma è d'obbligo precisare che il degrado di queste strutture parte ben prima di quell'operazione. E la Delfico è un caso esemplare se pensiamo a tutti i pre pensionamenti avvenuti sotto l'egida dell'Amministrazione  provinciale di Teramo ma mai reintegrati. Il riferimento è doveroso nei confronti di figure storiche come Marcello Sgattoni, Fausto Eugeni, Luigi Ponziani, Nadia Di Luzio che hanno lasciato un vuoto incolmabile e a cui io devo riconoscenza per tutto quello che so fare". 

Un sentimento che ti fa certamente onore per il ruolo delicato che oggi sei chiamato a svolgere. Invece per quanto riguarda gli oneri?

"Osservazione molto pertinente che mi induce ad affermare che il lavoro che sto facendo attualmente mira sostanzialmente a bloccare il punto di caduta cui facevi cenno all'inizio" risponde orgogliosamente Dimitri e subito aggiunge "Penso che a breve cominci a dare i suoi frutti per due ordini di motivi: il primo è quello di ricominciare a far venire le persone qui dentro con presentazioni di libri, visite scolastiche, letture ed eventi tematici. Il secondo attiene la   progettualità digitale su disposizione dell'organigramma della regione Abruzzo che ci consente di entrare nella piattaforma del PNRR (circa 70 milioni di euro ) rivolta alla digitalizzazione del patrimonio culturale di cui si prevede una porzione piuttosto significativa da destinare all'attività delle biblioteche abruzzesi. Considero questa  un'opportunità fondamentale per il mio lavoro!" 

Fa veramente piacere ascoltare questa nota di ottimismo che pervade il tuo impegno. Ma quanti sono le persone che ti affiancano quotidianamente? 

"A maggio noi siamo ritornati in scena dopo le lunghe restrizioni pandemiche garantendo con gli straordinari di solo otto persone l'apertura il venerdì pomeriggio e il sabato". 

Solo otto? 

"Si, più una decina di ragazzi inseriti grazie al  progetto condiviso con l'amministrazione comunale della durata di un anno per i percettori del reddito di cittadinanza che fanno otto/ sedici ore a turno assicurando i servizi essenziali. Posso però aggiungere un elemento che mi sta molto a cuore?"

Naturalmente.

"Il mio mandato per la biblioteca si è aperto con un evento che io ritengo significativo in relazione alla mia idea di Biblioteca che si chiama "Mamma Lingua". 

Di cosa si tratta nello specifico?


" Non è altro che la trasposizione sul territorio di un progetto nazionale dislocato in venti città italiane che a settembre  ha fatto tappa a Teramo, presso la Villa comunale, registrando una larga partecipazione di bambini e genitori in una fattiva collaborazione con l'ente comunale. Con l'occasione è arrivato il bibliobus dell'Associazione italiana  biblioteche ben fornito di letture in quindici lingue diverse per bambini albanesi, cinesi, arabi e via dicendo, con l'obiettivo di favorire  l'integrazione fra le varie comunità e nel contempo porre le basi per realizzare la biblioteca del futuro. Sempre più proiettata verso l'esterno, capace di includere nuovi pubblici".

In sostanza prefiguri una profonda trasformazione nella prestazione dei servizi bibliotecari?


"Esatto. La Biblioteca diventa il luogo ideale per stare bene attenuando lo stress che ci sovrasta. Un sito dove l'utenza trova una bella accoglienza con momenti di svago e di socializzazione. In tal senso è prevista la rifunzionalizzazione della caffetteria della Delfico cui seguiranno gli allestimenti degli ampi locali a pian terreno che si affacciano ad angolo su Via Delfico e Via Carducci. La biblioteca non può essere più solo il luogo dello studio e del silenzio meditativo. Funzioni fondamentali, per carità, ma non più sufficienti per arrestarne il declino che si verifica da anni".

Occorre una nuova spinta propulsiva?

"In tal senso le strutture sono sensibilizzate ma ancora c'è tanto da fare". 

Che tu sappia esistono in Italia delle esperienze importanti a cui ispirarsi per raggiungere obiettivi così ambiziosi? 

"Sono stato in Puglia lo scorso febbraio a visitare la biblioteca regionale "Magna Capitana" di Foggia dove ho incontrato la direttrice . Mi si è aperto un mondo di curiosità affascinanti. Si tratta di una biblioteca regionale efficiente e ben gestita le cui origini risalgno agli anni settanta con una dotazione organica che si attesta intorno ai 48 dipendenti". 


Avrei ancora molte domande da porre al nostro interlocutore ma altri impegni lo reclamano dopo un paio d'ore di interessante conversazione. Il resto lo racconteremo nella prossima puntata con particolare attenzione alle possibili interazioni fra  Biblioteca e Premio Teramo, Biblioteca e Fondazione Tercas. Un saluto cordiale di buone vacanze ai nostri lettori.

Dimitri Bosi _bio

E' stato direttore della sezione di mediateca della Delfico, responsabile dell'archivio fotografico ed audiovisivo, curando in particolare gli aspetti relativi alla catalogazione dei materiali non bibliografici. Dal 1 ottobre 2021 è responsabile della Biblioteca Delfico di Teramo e delle Biblioteche di Giulianova, Atri e Nereto e in tale veste è uno dei coordinatori del Polo Bibliotecario della Regione Abruzzo e del portale di lettura digitale dell'ente. E' stato direttore artistico, insieme a Marco Chiarini, del festival Cineramnia si gira a Teramo. Come esperto di film literacy ha collaborato con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia. E' stato selezionato dal Miur come formatore nell'ambito del Piano Nazionale Cinema per la scuola.


Commenti

Post popolari in questo blog

Finalmente si parte con la ristrutturazione della Stazione Ferroviaria di Teramo. L'Impresa D'Adiutorio di Montorio al Vomano si aggiudica l'appalto da 23 milioni di euro

Il McDonald's arriva a Teramo culla delle virtù gastronomiche. Entro il 2023 la struttura sarà realizzata sopra il parcheggio San Francesco

CHORUS NOVUS diretto da Paolo Speca nell'Aula Magna dell'Ateneo interpreta magistralmente "La Buona Novella" di Fabrizio De Andrè