Curiosità e orgoglio aprutino fra la gente accorsa alla riapertura del Castello Della Monica. Il Sindaco D'Alberto "Oggi è un giorno importante per la nostra città che segna un momento di luce dopo tanti anni di buio"
di Marcello Maranella
Finalmente, dopo decenni di abbandono e oblio, sono state riaperte le porte di un bene altamente prezioso per la comunità teramana. Sono stati attimi di intensa emozione quelli che hanno preceduto l'accesso tanto atteso tra le mura del Castello, eretto nel 1889 e ultimato nel 1917 dal pittore Gennaro Della Monica come propria dimora sulla collina che sovrasta l'abitato cittadino.
Encomiabile la risposta dei cittadini teramani che nel tardo pomeriggio di ieri hanno affollato gli ampi giardini del Castello Della Monica. Tutti in fila per ammirare i decori e gli ambienti interni del Castello il cui recupero prese avvio nel 2000. Si percepiva l'apprezzamento per l'obiettivo raggiunto, tenacemente perseguito dal Sindaco Gianguido D'Alberto in stretta sintonia con la sua squadra di governo, in particolare con il vicesindaco Giovanni Cavallari che ha seguito le fasi salienti dell'importante recupero artistico e architettonico.
Determinanti sono stati gli impegni economici e i sostegni istituzionali assunti a suo tempo dalla Giunta regionale di Luciano D'Alfonso, dalla Fondazione Tercas presieduta da Tiziana Di Sante e dalla Sovrintendenza abruzzese rappresentata per l'occasione dall'architetto Antonio Mellano.
Oggi, finalmente, il Castello Della Monica diventa patrimonio comune creando un..." collegamento ideale tra la storia della città e l'antico/nuovo Castello..."
Nel 2014 è stata realizzata una significativa mostra antologica dal titolo :"Gennaro Della Monica - L'Italia intatta", esposta a Napoli al Castel dell'Ovo, a Milano nel Palazzo reale e a Parigi al Musèe Maillol. Di quella rassegna è stato redatto un interessante ed esauriente catalogo stampato dalla casa editrice Allemandi.
Il grande critico d'arte Philippe Daverio in visita al Castello anni fa disse
"....lì
alzerei delle quinte per ricostruire il contesto nel quale Gennaro
lavorò al suo progetto, e restituirei al mondo della fantasia quello
che nasce dalla fantasia dell'artista. Dedicherei alla fiaba,
all'invenzione, alla creatività questo spazio per omaggiare nel modo
giusto il suo autore...."
Foto del servizio di Marcello Maranella -r.v.-
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