Il Castello Della Monica torna a risplendere sul colle San Venanzio. Un fiore all'occhiello del patrimonio artistico culturale della Città di Teramo

  di Marcello Maranella

E' quasi mezzogiorno di una mattina d'ottobre e il sole irradia sulla città una luce intensa ponendo in rilievo la singolare monumentalità del Castello Della Monica, riportato a nuova vita dall'amministrazione comunale dopo un lungo periodo di abbandono e di degrado. Non si può fare a meno di contemplarne l'originalità delle forme architettoniche e le sculture ispirate a quella "poetica del neogotico" tanto dibattutta, spesso avversata, senza tuttavia diminuirne interesse e curiosità. 


Queste immagini non sono che piccoli dettagli all'esterno del complesso che si sviluppa su un corpo principale e due edifici secondari che, nell’insieme, formano un vero e proprio borgo di stile medioevale, progettato e realizzato come dimora personale dall’artista teramano Gennaro Della Monica, vissuto a cavallo fra Ottocento e Novecento. 

Ho zummato carico d'emozione in un crescendo di posizioni adattate dietro la recinzione in ferro che delimita la perimetrazione del Castello perchè, nonostante i lavori di restauro siano sulla dirittura d'arrivo, gli accessi restano chiusi alle visite negando tesori e narrazioni di arte e vicende di notevole attrazione. Che io ricordi le uniche due eccezioni risalgono a qualche mese fa con la celebrazione di un matrimonio reso possibile dalla deliberazione di giunta comunale proposta dall'assessore Ilaria De Santis e con la suggestiva pièce teatrale in omaggio alle celebrazioni dantesche realizzata in notturna a fine settembre a conclusione della rassegna culturale MaggioFest, sotto la raffinata regia di Silvio Araclio.

Il Castello è stato eretto nel 1889 in seguito al permesso rilasciato dalla  Deputazione provinciale....«di poter realizzare un Casino ... residenziale, parallelo alla strada per Bosco Martese» ed è ricco di affreschi che ritraggono paesaggi e opere strettamente legate alla personalità eclettica di Gennaro della Monica - architetto, scultore e pittore - che abitò nel Castello raccogliendo una mole enorme di appunti, studi e disegni, realizzati nel corso dei lavori di completamento degli interni e dell’intero complesso.

Prendendo spunto da una notazione rinvenuta fra le carte dell'artista teramano, lo studioso Cosimo Savastano precisa...«non si tratta di un esempio di revival gotico propriamente detto, ma è, per più aspetti rappresentativo della cultura figurativo-letteraria e della sensibilità e del '700 e dell'800: il complesso prende lo spunto dal gusto settecentesco del pittoresco, si alimentò dell'ideologia romantica stimolata dalla riscoperta del castello ... (e del Medioevo) […] il tutto in forme e decorazioni attinte con molta libertà ed inventiva dal repertorio gotico con contaminazioni moresche»


"....lì alzerei delle quinte per ricostruire il contesto nel quale Gennaro lavorò al suo progetto,  e restituirei al mondo della fantasia quello che nasce dalla fantasia dell'artista. Dedicherei alla fiaba, all'invenzione, alla creatività questo spazio per omaggiare nel modo giusto il suo autore...." 

Così si espresse Philippe Daverio in visita al sito qualche tempo fa, prima della sua prematura scomparsa. Come se volesse sommessamente indicarne il percorso fruitivo dal punto di vista culturale e turistico!



Nel 2005 l'Associazione di Quartiere "Il castello" pubblicò un opuscolo sulla storia e sulla struttura del complesso con una ricerca di Fabrizio Primoli. 
In quel contesto a proposito della riscoperta degli studiosi inglesi e dell'area mitteleuropea sui manufatti neogotici Marcello Sgattoni scriveva : "Di questa atmosfera culturale Gennaro della Monica fu protagonista non di secondo piano (oggi possiamo dirlo senza dover subire le "avversioni" e le ironie di cui egli fu vittima), e sta a noi non solo essere consapevoli di questi suoi "valori", ma anche di contribuire a diffonderne la conoscenza: nella presente ricerca assume dunque un'importanza  particolare l'aver posto attenzione anche alle "ultime vicende" del Castello e del Borgo, e alla loro salvaguardia, per quanto possibile"
 
Testo e immagini a cura di marcello maranella - r.v. -




Commenti

  1. Speriamo che qualcuno colga l'occasione x farne un'opportunita'di portare gente in questa Città':si chiama"Turismo",termine sconosciuto a Teramo!

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