Auto d'epoca a Corso San San Giorgio: un viaggio all'indietro nel tempo fra sogni e bisogni degli italiani

 

E' una domenica grigia e sto andando in edicola a prendere i giornali quando inaspettatamente mi infilo fra attraenti macchine d'epoca disposte in fila sopra tappetini rossi lungo Corso San Giorgio. Al piacere di rimirarne i colori vivi e le carrozzerie tirate a lucido associo l'immagine di personaggi che hanno trovato posto in quegli abitacoli spartani e fragili carichi di sogni, tensioni e competizioni che appasionarono l'Italia del primo novecento. Mi tornano in mente le pagine del   bellissimo libro di Alessandro Baricco "Questa storia". Erano i tempi in cui la ricca borghesia esibiva destrezza e benessere a bordo di auto fiammanti ed esclusive sotto gli sguardi attoniti della gente comune che accorreva in strada. Era il timbro della rivoluzione industriale che velocizzava la vita degli italiani al seguito della mitica "Mille Miglia", sempre più invaghiti per le gesta eroiche di grandi campioni dell'automobilismo. 

Una storia avvincente che Baricco traduce con abilità letteraria in tutti i suoi risvolti umani e sociali. Piccole vicende consumate  anche in Abruzzo in quell'epoca di straordinaria trasformazione dove Pescara era una realtà emergente..." dal ritmo veloce con il mito dei motori e delle gare automobilistiche". Gabriele D'Annunzio ne eslatava la modernità e la vocazione di nuova provincia a spese di quella teramana. Città della fuga in avanti la definì Mario Pomilio. Già negli anni ruggenti del fascismo con la Coppa Acerbo Pescara vide sfrecciare sul suo circuito i più grandi nomi dell'automobilismo mondiale. A Teramo invece era al volante della sua "Giaur" Berardo Taraschi noto come il "Lupo d'Abruzzo". Grande figura di sportivo e teramano doc,  più volte campione d'Italia, sempre presente nella memoria dei teramani.