Piero Chiarini e Sandro Melarangelo: "Teramo Nostra mobilitata per rafforzare la rappresentanza elettorale della nostra provincia alla Camera e al Senato"

 
Qui di seguito pubblichiamo il testo della lettera aperta diffusa a mezzzo stampa dal Presidente Piero Chiarini e dal Direttore Artistico di Teramo Nostra Sandro Melarangelo.

Siamo alle solite, da alcuni provvedimenti in cantiere si vorrebbe togliere alla provincia di Teramo la rappresentanza elettorale per la Camera e il Senato.
Già alcuni anni fa era in gestazione tale progetto condiviso dalla giunta regionale che noi teramani e i chietini rigettammo con una cospicua partecipazione popolare nel palazzo dell'emiciclo dell'Aquila; con Teramo Nostra partecipò anche l’allora Sindaco di Teramo Maurizio Brucchi.
In seguito la questione fu accantonata; Teramo quindi risultava ancora come provincia autonoma e qualificata nei suoi confini storici e geografici.
Il disegno di scorporo e dequalificazione della nostra provincia inizia quando nel 1926 l'onorevole Giacomo Acerbo (vicepresidente della Provincia) fa la proposta di ridimensionarla diminuendola di ben 40 comuni dal territorio meridionale.
Il “faccendiere” Acerbo, venne per questo nominato Conte dell'Aterno. Iniziative incoraggiate per lo scorporo dell'ntera provincia furono portate avanti dai cittadini della Vibrata, ma nel novembre del 1927 venne scongiurata tale iniziativa con una grande manifestazione a Nereto.
Questa è cronaca del passato. La provincia di Teramo con i suoi confini storici nel frattempo è cresciuta autonomamente grazie allo sviluppo del turismo, dell'economia industriale e agricola e con lo sviluppo della cultura; non è stata assolutamente fanalino di coda d'Abruzzo.


Il potenziale patrimonio turistico, montano, collinare e costiero, primario per l'intera regione, con particolari specificità, non può essere manomesso e sminuito; il valore della montagna teramana costituito dalle catene montuose del Gran Sasso e Monti della Laga, la Costa Adriatica (da Silvi a Martinsicuro) sviluppatasi enormemente rispetto al resto del litorale abruzzese; l'ingente patrimonio archeologico romano, primo in tutta la regione, che sta per essere valorizzato soprattutto con il recupero funzionale del teatro romano di Teramo, nell'interesse dell'intero Abruzzo, grazie anche alle cospicue testimonianze storiche dei Muzii, Delfico, Zaccaria, Cerulli, Pannella, che non vanno sottovalutate.
E’ per questi motivi che trentaquattro anni fa, nel 1987, fu costituita l'associazione Teramo Nostra per la salvaguardia della integrità della provincia di Teramo. Saremo mobilitati permanentemente.

 CENNI STORICI da Melchiorre Delfico a Francesco Savini

Quando fu amputato un pezzo della provincia teramana.....

....."Come andavano da tempo propugnando (per motivi diversi) sia Gabriele D'Annunzio che Giacomo Acerbo, l'unificazione dei due segmenti dell'antico emporio adriatico comportò fra il 1926 e il 1927 l'istituzione della nuova provincia di Pescara. La nascita della quarta provincia abruzzese, pur confermando - come avevano sostenuto Carlo Cattaneo e Giuseppe Ferrari durante il Risorgimento - l'origine artificiale e contingente di tutte le province, fu vissuta a Teramo e da Teramo come un vero e proprio evento traumatico. Si pensava infatti che non si trattasse di una semplice riduzione territoriale ma di una ridefinizione gerarchica del territorio regionale. E di questa, l'opinione pubblica teramana riteneva responsabile il ceto dirigente locale mentre quest'ultimo giudicava l'istituzione mussoliniana della provincia pescarese un vero e proprio tradimento della classe governativa".....

...."Come le amministrazioni locali, che perdettero il criterio della elettività delle cariche ancor prima che il regime rendesse puramente formali le elezioni politiche, così l'istituzione provinciale perdette progressivamente le già esigue funzioni e competenze. A livello provinciale solo le camere di commercio rimasero, con i loro consigli dell'economia corporativa a livello locale. Anche nel Teramano, specie negli anni seguenti la "grande crisi" del '29, finì per affermarsi la convinzione che le performances economiche dipendessero sostanzialmente dalla volontà pubblica e dagli aliuti statali".

da "Monografia della Provincia di Teramo il XX Secolo" , Edigrafital SpA, 1999.
 

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